Carletto Reguzzoni, simbolo di Busto e della Pro Patria: “Il miglior mancino d’Europa”

BUSTO ARSIZIO – Ricorre oggi, 18 gennaio, una ricorrenza speciale per Busto Arsizio che quest’anno si fregerà del titolo di “Città Europea dello Sport 2023“. Esattamente 115 anni fa, nel 1908, nasceva Carlo Reguzzoni, per tutti Carletto, il giocatore simbolo di Busto Arsizio e della Pro Patria (126 presenze e 66 reti in maglia biancoblù). Esordì in prima squadra con la gloriosa maglia della Pro a soli 16 anni, e dopo una carriera pazzesca, a 40 anni appese le scarpette al chiodo, ovviamente con la casacca biancoblù della sua città, di cui risulta il migliore marcatore della storia.

Il miglior mancino d’Europa

La maggiore o la più prolifica ala sinistra degli anni ‘30, Carletto Reguzzoni – vincitrice con la maglia del Bologna “che tremare il mondo fa” di 4 scudetti e 2 Coppe Europee (l’attuale Champions League) – fu definito dall’ungherese Arpad Weisz, fra gli allenatori più in voga del momento (per intenderci una sorta di Guardiola dei tempi nostri) prima di cadere vittima della follia di Auschwitz, “la più forte ala del calcio europeo“.

La Pro in serie A e la Dominante

Come riportato nella scheda degli amici di bustocco.it, l’eniclopedia virtuale del calcio targato Pro Patria, a soli 18 anni Carletto è il punto di riferimento della Pro tanto da riuscire a portare una squadra interamente composta da giocatori “made in Busto e Valle Olona” in Divisione Nazionale (l’attuale Serie A): suo il goal, nella trasferta di Treviso del 1926, vale il definitivo 1-1 e spalanca alla Pro e a Busto per la prima volta nella storia le porte della massima serie nazionale. Il 16 ottobre 1927, nella trasferta di Genova contro la Dominante (l’odierna Sampdoria), Reguzzoni (nella foto in apertura) regala la prima storica vittoria della Pro Patria nel massimo campionato italiano di calcio.

80mila lire al Bologna “che tremare il mondo fa”

Il suo trasferimento dalla Pro Patria al Bologna “che tremare il mondo fa”, per così dire “favorito” dall’intervento del gerarca fascista Leandro Arpinati (bolognese) al tempo potente presidente della F.I.G.C, fu un uno dei primi botti assoluti del calciomercato italiano per la cifra record d’allora di 80.000 Lire. Come dire che tutto partì ancora una volta da Busto, la Vecchia Manchester d’Italia.

Lo stadio Carletto Reguzzoni

Dopo i trionfi col Bologna, dove rimase per ben 18 stagioni divenendo con 168 gol in 417 gare il secondo marcatore della storia felsinea – nonché il terzo giocatore per presenze in rossoblu alle spalle Giacomo Bulgarelli e Tazio Roversi – Carletto Reguzzoni chiuse la carriera a Busto, allenando poi le giovanili biancoblù fino alla metà negli anni 50′, quando decise di ritirarsi dall’ambiente calcistico, gestendo un negozio di merceria in via XX° Settembre fino alla sua scomparsa, nel dicembre del 1996. La Città di Busto Arsizio gli ha intitolato l’impianto sportivo di via Valle Olona, oggi casa non delle giovanili tigrotti (come la storia vorrebbe), ma del Busto 81, protagonista nell’estate del 2020 del tanto criticato passaggio del titolo di D al Varese. Cose che succedono solo a Busto Arsizio, la “Città Europea dello Sport 2023”.

Carletto Reguzzoni Pro Patria Busto – MALPENSA 24