Casorate, la candidata Grasso accusa: «Il sindaco Cassani mi ha insultata»

Casorate candidata Martina Grasso

CASORATE SEMPIONE – «Stai zitta, perché tanto tra quindici giorni torni nella tua tana». Sono le frasi che il sindaco Dimitri Cassani (Rinascita civica) avrebbe rivolto alla sua avversaria Martina Grasso (Casorate aperta) sabato mattina, 5 settembre, in piazza Mazzini. E’ la giovane candidata sindaco a denunciare l’accaduto, sottolineando che «a cinquanta e rotti anni non è stato nemmeno capace di chiedere scusa».

Rivolgersi con disprezzo

E’il posizionamento dei gazebo delle due liste ad aver innescato la miccia, con il sindaco chiamato dai suoi per dirimere la questione. Fino alla fatidica frase – rivolta a Grasso «davanti a decine di persone» e dunque difficilmente smentibile – che tutto il gruppo di Casorate Aperta stigmatizza pubblicamente: «Crediamo che un sindaco, nel pieno svolgimento delle sue funzioni, almeno fino al 21 settembre, dovrebbe evitare di rivolgersi con tale disprezzo ai suoi cittadini, anche se avversari politici, tenuto conto che la sua presenza in quel contesto era quantomeno inopportuna».

La scusa del precedente

La giovane candidata specifica infine: «Mi hanno riferito che, interpellato oggi da un quotidiano, Dimitri Cassani si sarebbe inventato un insulto mio precedente al suo. E’assolutamente falso. Avrebbe poi tirato fuori una storia vecchia, ricordando che già una volta mi ha graziata. E’vero: cinque anni fa scrissi su Facebook che erano dei mafiosi, ma si dimentica di dire che avevo soltanto 22 anni e che andai personalmente a chiedergli scusa. Cosa che lui, a cinquanta e rotti anni, non riesce proprio a fare».

La versione di Cassani

Nel pomeriggio di lunedì anche Cassani ha fornito la sua versione, sostenendo attraverso un lungo scritto pubblicato sui social che Grasso le avrebbe rivolto prima la seguente frase: «Stronzo, sei proprio un bell’esempio di sindaco». Soltanto a quel punto lui avrebbe reagito: «Sbagliando certamente, ma di fronte a 20 minuti di continua provocazione culminata con un’offesa il mio lato più istintivo ha prevalso».  Il primo cittadino precisa inoltre di non aver mai detto «Stai zitta» bensì «Stai tranquilla».

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