Il caso Poliseno: i fatti di un sindaco sono i fatti di tutti

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Avremmo voluto parlare di pandemia a un anno esatto dal paziente uno di Codogno e dalla prima vittima di Vo’ Euganeo, ma la conferenza stampa convocata all’improvviso da Nicola Poliseno, sindaco di Cassano Magnago, ci cattura l’attenzione per i suoi contenuti, a dire il vero, stravaganti. La giustificazione che riusciamo a trovare è che siamo a sabato grasso e, quindi, ogni scherzo vale. Anche sostenere, come sostiene il primo cittadino cassanese, che le vicende giudiziarie che lo riguardano sono da ascrivere alla sfera privata, dentro la quale nessuno ha o avrebbe il diritto di mettere il becco. Uno scherzo di carnevale, appunto. Se un sindaco, afferma Poliseno, è accusato di un illecito o presunto tale, sono fatti suoi. Punto.

Non è il caso di impancarci, né, tanto meno, di addentrarci in pistolotti moraleggianti su una questione che chiunque dotato di un minimo di discernimento può valutare da sé. La sfera privata per un personaggio pubblico, per di più un politico che ricopre incarichi istituzionali, è tutt’altra cosa. Qualunque accidente giudiziario che riguardi il suo ruolo, ne metta in discussione la correttezza comportamentale, diventa di interesse generale, va messo in piazza affinché la gente sappia, approfondisca, valuti. A meno che si stia davvero scherzando o, peggio, si distorca la realtà delle cose. E non crediamo si debbano spiegare i motivi affinché l’opinione pubblica abbia il diritto di essere messa a parte di ciò che combinano amministratori e politici e delle conseguenze giudiziarie dei loro atti. Veri o presunti che siano.

Ci viene alla mente un prevostone di una parrocchia del Basso Varesotto che, in piena Tangentopoli, in un’omelia insinuò il dubbio se fossero meglio amministratori ladri ma competenti o amministratori onesti ma incompetenti. Poliseno ci potrebbe dare una risposta, alla luce della sicurezza con cui affronta la stampa, invitandola tra l’altro a non parlare più dei “fatti suoi”. Siamo basiti. Ma probabilmente sbagliamo atteggiamento. La politica non è mai stata terreno di conquista di francescani e orsoline, accanto a molte persone perbene operano personaggi col pelo sullo stomaco, è scontato. E altri che, soprattutto in questi ultimi anni di involuzione etica e culturale, si trovano lì per caso e non sanno dove sono.

Non vogliamo passare per forcaioli: saremmo i primi a essere contenti se Poliseno e compagnia cantante uscissero a testa alta dalle vicende in cui sono coinvolti. Ma per il momento abbiano l’accortezza di assumere il basso profilo, se non dimettendosi (cosa che sarebbe buona e giusta) quanto meno evitando di sconfinare dal seminato. Benché sia noto che la sicumera sia oggi una delle cifre che vanno per la maggiore tra sindaci di prima linea, sindaci di seconda fascia, assessoruncoli convinti di essere infallibili e desiderosi, se ci riuscissero, di mettere la mordacchia ai giornalisti. Così da non rendere conto del loro operato se non utilizzando le veline. Nel nostro lavoro ne troviamo traccia tutti i giorni e ne paghiamo il prezzo. Il problema è che lo pagano anche i cittadini. E questo è di sicuro peggio.

Indagini a Cassano, Poliseno: «La mia sfera privata non è una questione pubblica»

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