Rischio alluvioni e dissesto idrogeologico, il sindaco: «Cassano sarà al sicuro»

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Da sinistra: Dabraio, Ottaviani, Zaro, La Veglia, Agnelli

CASSANO MAGNAGO – La premessa: «Difficile dare una risposta sulla sicurezza in ambito idraulico, ma sarà sempre compito mio e della mia giunta garantirla». Lo dice il sindaco Pietro Ottaviani, ripercorrendo gli interventi effettuati negli ultimi mesi a Cassano Magnago per prevenire eventuali casi di alluvioni o dissesti idrogeologici. Tema che crea sempre molto dibattito in città, considerando l’elevato rischio che nasce da una serie di eventi alluvionali che si sono succeduti negli ultimi decenni. A cui si aggiungono i recenti drammi nelle Marche e in Romagna. Oggi, 23 giugno, il primo cittadino e l’assessore Rocco Dabraio (Territorio) hanno riunito Aipo (agenzia interregionale per il fiume Po) e il geologo Giovanni Zaro per fare chiarezza sulle operazioni di prevenzione in corso e quelle in programma.

L’impegno di Cassano

«Da un anno siamo in contatto con Aipo per i problemi che possono nascere dall’incuria, anche se sono previsti quattro interventi all’anno per lo sfalcio e per il monitoraggio», ha spiegato Ottaviani. Contatti che partono da settembre 2022, «quando le alluvioni nelle Marche hanno creato qualche preoccupazione». Ecco perché «siamo intervenuti praticamente subito, insieme alla Protezione civile, per pulire le griglie». Dove sono stati riscontrati «i problemi più grossi: ramaglie, rovi, spazzatura buttata da qualche disonesto». Al centro degli incontri con Aipo – ma anche con Anas, Alfa e la prefettura – ci sono temi come la Ss341. Oltre ai sopralluoghi dalla foce di Carnago a via Cadorna e il rispristino di alcune zone «pericolose» che riguardano i torrenti Rile o Tenore. Poi si guarda al risultato. E la domanda resta: Cassano è sicura? «Tutti gli interventi che faremo vogliono supportare chi ha affrontato le alluvioni, con danni non solo psicologici ma anche economici. Garantiremo sempre la massima sicurezza».

Un incontro per «illustrare il lavoro che spesso non si vede, ma che l’amministrazione porta avanti con gli enti preposti per scongiurare rischi idrici», le parole di Dabraio. «Sono state fatte piccole, grandi operazioni che servono per la progettazione futura». Tra questi ha citato la varianza idraulica, il Pgra (Piano gestione rischio alluvioni) e lo studio geologico. «Oltre ad aver messo a bilancio 150mila euro per la sistemazione delle griglie in via Trieste e in via Buttafava. Sono stati sostituiti i pluviometri ed è stato chiesto un sopralluogo speleologico nel tombotto del Rile».

I tecnici

Nell’ambito delle prevenzione, è «importante la programmazione: rivedere il Pgra e stabilire le zone a rischio», ha spiegato l’ingegnere Marco La Veglia (Aipo). «Fondamentale conoscere dove siamo, perché spesso salva la vita». Molti i temi che contribuiscono a generare casi di alluvioni, come «il conclamato cambiamento climatico». Ecco perché «le azioni messe in campo dal Comune sono investimenti, informazioni ai cittadini sulla pericolosità degli elementi naturali». Così Alberto Agnelli (Aipo): «Tutti gli anni facciamo manutenzione e vigilanza per le opere di regolazione. Anche quest’anno è stato fatto los tralcio dell’erba dove necessario». A chiudere, il geologo Zaro: «Seguo le vicende che riguardano al sicurezza del territorio e dell’idraulica da 20 anni. Vuol dire che ci si avvale di una conoscenza storica e reciproca rispetto agli eventi che ci sono stati in passato e rispetto allo sviluppo normativo, che porta un valore aggiunto nei vari elaborati».

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