Emergenza medici a Castellanza. Il Pd: «La soluzione non è una scatola su una sedia»

CASTELLANZA – Emergenza medici di base a Castellanza il Pd torna all’attacco. «È uno scempio, una presa in giro della gente costretta a subire una situazione assurda che non tiene in considerazione le esigenze dei bisognosi di cure, soprattutto dei più deboli – attacca Alberto Dell’Acqua, segretario del circolo Dem cittadino – Lo dimostra la scatola di cartone appoggiata su una sedia all’entrata della sede temporanea Usca, in Via Roma a Castellanza, in cui i cittadini bisognosi di supporto medico per avere le proprie prescrizioni devono inserire la richiesta con i propri dati personali».

Le responsabilità di Regione

Gli fa eco il consigliere regionale Pd Samuele Astuti che chiama in causa direttamente Regione Lombardia: «È da anni che chiediamo a Fontana e alla sua giunta di dotare la regione di un proprio personale per tamponare l’emergenza medici di base. Non hanno fatto nulla, non hanno avviato alcuna iniziativa per rimediare ai gravissimi disagi che vivono i cittadini che hanno bisogno di cure. Anzi, hanno persino rifiutato di fare proprie le proposte sensate fatte dalle amministrazioni locali».

L’intervento di Dell’Acqua

È uno scempio, una presa in giro della gente costretta a subire una situazione assurda che non tiene in considerazione le esigenze dei bisognosi di cure, soprattutto dei più deboli..

Lo dimostra la scatola di cartone appoggiata su una sedia all’entrata della sede temporanea Usca, in Via Roma a Castellanza, in cui i cittadini bisognosi di supporto medico per avere le proprie prescrizioni devono inserire la richiesta con i propri dati personali, obbligatoriamente comprensivi delle copie di diversi documenti correlati. Copie che obbligano i tanti che non hanno una propria fotocopiatrice casalinga ad un ulteriore gravoso impegno.

Fra l’altro, è una soluzione posticcia, sulla quale viene spontaneo chiedersi, quanto possa garantire il diritto alla privacy delle persone, considerata la posizione senza alcun controllo.

Non solo, ci vogliono almeno tre giorni per avere ricette e risposte con tutto quello che ciò comporta per chi è più in difficoltà, anziani e fragili.

Tre lunghi giorni, perché i medici inseriti nella struttura di Via Roma non hanno a disposizione il programma per poter accedere col computer al fascicolo sanitario elettronico degli assistiti, verificare il loro stato e con ciò semplificare e velocizzare il proprio lavoro.

Non solo, l’ambulatorio temporaneo non sta funzionando, creando più problemi di quelli che riesce a risolvere, perché i numeri di telefono indicati sulle schede informative per i contatti telefonici suonano quasi sempre a vuoto, costringendo così chi ha bisogno a lunghe infruttuose attese e spesso all’obbligo di uscire di casa e recarsi direttamente in loco.

E’ noto, per dichiarazioni private, ma anche pubbliche ed esplicitate su giornali locali, che diversi medici in pensione di Castellanza hanno dato la loro disponibilità a dare un servizio volontaristico che, seppur ridotto, sarebbe di una immensa utilità, in un momento così critico. Purtroppo siamo venuti a conoscenza che non sono stati contattati, rinunciando incomprensibilmente anche a questa piccola ma importante risorsa.

A questo punto, anche a fronte del malumore generale che stiamo riscontrando con la raccolta firme che stiamo conducendo sul territorio cittadino (che ormai ha già raggiunto le 300 unità in pochissimi giorni), ci rivolgiamo, forse in modo inconsueto ma speriamo determinante, direttamente a chi dovrebbe risolvere questi problemi, ovvero al direttore generale di ATS Insubria, Lucas Maria Gutierrez, al Direttore del Dipartimento delle Cure Primarie ATS Dott.sa Maria Cristina della Rosa, al direttore generale di ASST Valle Olona, Dr. Eugenio Porfido,  al Direttore del distretto di Busto Arsizio dott.sa Antonella Scampini e al Direttore Socio Sanitario di Busto Dr. Marino Dell’Acqua, perché ci sono oltre cinquemila persone solo a Castellanza che reclamano delle risposte dalle istituzioni sanitarie del territorio, per vedere il proprio diritto alla salute, previsto dalla nostra Costituzione, tutelato e rispettato e quindi a nome di tutte loro chiediamo, anzi pretendiamo da oggi il massimo impegno per ridurre questa ormai costante, penosa, esagerata sofferenza.

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