Centri diurni di Busto: caos sui bollettini delle rette spediti sbagliati e in ritardo

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BUSTO ARSIZIO – In ritardo di oltre due anni e sbagliati: sui bollettini delle rette dei centri diurni è caos.

In questi giorni alle famiglie degli utenti dei centri diurni di Busto sono stati recapitati i bollettini inerenti le rette dell’anno 2017. Per la precisione relativi al trimestre maggio – giugno – luglio. Ma distanza di pochi giorni, sempre agli utenti, è stata recapitata una seconda raccomandata, che annullava di fatto la precedente e conteneva un nuova indicazione di pagamento, questa volta bimestrale. Ma sempre degli arretrati. Molte famiglie, però avevano già versato la quota trimestrale.

Cosa è accaduto?

Secondo una ricostruzione dei fatti i cedolini delle rette sono stati regolarmente inviate fino ad aprile 2017. Dopo di che il nulla. Pare a causa di una prolungata assenza del funzionario comunale che si occupava della questione. Sta di fatto che il mancato invio, che nel frattempo si è dilatato, sia anche stato segnalato più volte. La soluzione è stata però trovata a distanza di parecchi mesi. Tanto che le spedizioni degli arretrati sono arrivate solo qualche giorno fa.

Ma il problema non è solo nel ritardo. Già perché anziché spedire cedolini bimestrali, sono stati inviati quelli trimestrali. Che nel frattempo sono stati pagati. Tanto che chi aveva già versato, una volta ricevuto il nuovo avviso di pagamento, si è dovuto recare negli uffici dei Servizi sociali di via Roma per chiedere delucidazioni. Dove è stato fatto lo storno della mensilità pagata in più e che verrà scalata sui futuri bollettini.

Insomma disguidi che si sono tradotti in disagi per le famiglie che già vivono situazioni delicate. Da un lato, infatti, c’è l’accumulo delle rette che in alcuni casi crea qualche problema economico sul bilancio famigliare, dall’altro c’è la trafila burocratica. Occorre poi aggiungere che i pagamenti, i quali vengono inviati tramite raccomandata, spesso devono venire recuperati all’ufficio postale nei giorni successivi, qualora il destinatario è fuori casa nel momento in cui passa il postino. Raccomandata che al Comune costa circa 5 euro ognuna.

Nessuno, infatti, si lamenta di dover pagare. Quelli sono soldi dovuti, anche se richiesti in ritardo. Non solo, occorre anche dire che sono stati modificati i valori di riferimento per calcolare l’Isee, non più sul reddito dell’intero nucleo famigliare, bensì solo sul singolo utente. Un cambio che ha di fatto comportato una riduzione delle retta rispetto a prima. Il problema però è che spesso, un famigliare disabile comporta costi aggiuntivi  e l’accumulo di più mensilità può diventare gravoso, soprattutto per quei nuclei che hanno disponibilità economiche poco solide.

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