Garosio: “Cerco un contratto, posso dare ancora molto allo sport che amo”

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Andrea Garosio, il quasi ventottenne professionista franciacortino (li compirà il prossimo 6 dicembre), si ritrova senza contratto per la prossima stagione. Lo scalatore di Cologne ha vissuto una prima parte del 2021 molto complicata per un problema fisico, ma una volta risolto si è rivisto nelle prime posizioni del gruppo ottenendo belle soddisfazioni. Spiccano per lui la conquista del Gran Premio della Montagna al Giro di Slovacchia ed il premio “Todisco” per essere transitato primo in cima all’ascesa della Madonna del Ghisallo (il Santuario dei ciclisti) al Giro di Lombardia, poi l’’11° posto alla Coppa Agostoni, il 17° alla Veneto Classic e il 22° al Giro del Veneto.

«Sono alla ricerca di un contratto per il 2022 – spiega Andrea, che giustamente non si arrende all’idea di doversi fermare -, ho già ripreso gli allenamenti con uscite in mountain bike proprio per farmi trovare comunque abbastanza pronto in caso di chiamata per la prossima stagione. A maggio e giugno accusavo molto spesso i crampi e dovevo a volte addirittura fermarmi a bordo strada perché non riuscivo più a pedalare. Ho scoperto che i problemi derivavano dallo schiacciamento di un nervo che non mi permetteva di spingere sui pedali e rendere al massimo. Nonostante questo ,il mio lavoro per la squadra l’ho sempre fatto, e sono anche riuscito a cogliere dei buoni risultati come il 9° posto nella classifica generale dell’Adriatica Ionica Race. Poi il mio calendario da inizio luglio a metà settembre prevedeva solo due brevi corse a tappe e allora ne ho approfittato per stravolgere completamente la posizione in bici e quella delle tacchette delle scarpe, per cercare di non avvertire più il dolore e rendere al massimo. In effetti sono stato soddisfatto di questi cambiamenti che mi hanno permesso di superare il problema e poter pedalare a tutta: credo che il mio finale di stagione sia stato molto buono. Non ho sbagliato nessuna corsa e sono stato quasi sempre protagonista o andando in fuga o arrivando con i primi. Sento che posso dare ancora molto al ciclismo, lo sport che amo, mi dispiacerebbe moltissimo smettere in questo modo».

E sarebbe davvero un peccato! Garosio, professionista dal 2018, è stato apprezzato corridore al servizio di campioni come Nibali, Colbrelli, Pozzovivo, Visconti, Caruso e tanti altri. In salita il bresciano ha dimostrato di poter fare un gran lavoro per i capitani, ma anche di infiammare la corsa attaccando. E poi Garosio è un ragazzo serio, di parola, di lui ti puoi fidare sempre e comunque. Qualità che nella realtà di oggi servono purtroppo molto meno dell’arte di “promuovere se stessi”.

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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