Milano-Torino: Roglic conquista Superga davanti a Yates

ciclismo milano torino
bettiniphoto

La Milano-Torino 2021, 102esima edizione della classica ancora esistente più antica al mondo, vede trionfare uno dei fuoriclasse del ciclismo mondiale: Primoz Roglic, che regala un altro successo alla Jumbo Visma e si mette alle spalle Adam Yates (Ineos) grande animatore delle battute conclusive. Completa il podio Joao Almeida (Deceuninck QuickStep) per pochi centimetri su Tadej Pogacar (UAE Emirates). In top ten anche due italiani: Diego Ulissi e Fausto Masnada.

La corsa parte velocissima da Magenta: allo start si avvantaggiano subito Oier Lazkano (Caja Rural), Mattia Frapporti (Eolo Kometa), Joan Bou (Euskaltel) e Davide Orrico (Vini Zabù) a cui si aggiungono dopo 26 chilometri Kevin Vermaerke (DSM, unico atleta World Tour in fuga oggi) e Juri Zanotti, talento della mountain bike (qui le sue gesta agli ultimi Mondiali) che sta assaggiando anche la strada con la Bardiani Csf Faizanè. Un sestetto eterogeneo come età e caratteristiche, che regge l’urto della prima pendenza di giornata, la salitina di Zimone in provincia di Biella, mantenendo un vantaggio di circa 3 minuti sul gruppo.

Per il resto, tantissima pianura tra i tipici campi padani tra le province di Novara e Vercelli, fino al km 164. Da lì, gli ultimi 24 che decidono la corsa: doppia ascesa al 10% del colle di Superga, con in mezzo un transito da Torino città lungo il Po. A questo segmento finale non arriva però la fuga iniziale: tra Zimone e la “prima Superga”, infatti, a un’ottantina di chilometri dall’arrivo, la Deceuninck QuickStep del campione del Mondo Alaphilippe, aiutata soprattutto da Jumbo Visma (di Roglic) e Israel StartUp Nation (di Woods, già vincitore qui due anni fa in maglia EF) ha aumentato in maniera mostruosa i giri di motore e spezzato il plotone in due parti.

Si è trattato di un’azione da 19 uomini: Michael Woods, Ben Hermans, Reto Hollenstein e Chris Froome (Israel StartUp Nation), Valerio Conti, Tadej Pogacar, Rafal Majka e Marc Hirschi (UAE Emirates), Primoz Roglic, Tobias Foss e Michel Hessmann (Jumbo Visma), Alejandro Valverde e Dario Cataldo (Movistar), Julian Alaphilippe, Fausto Masnada, Pieter Serry, Mauri Vansevenant, Dries Devenyns e Joao Almeida (Deceuninck QuickStep), che ci hanno messo circa 30 chilometri a raggiungere i sei battistrada e formare un “fugone” da 25 elementi.

Problema meccanico per Conti, distacco di Zanotti che non regge i ritmi, Serry finisce il suo lavoro, e in 22 uomini entrano nell’ultimo segmento con 23” di vantaggio sul resto della carovana. E già dai primi tornantini è selezione: la testa della corsa, via via che si sale, si dimezza ma poi si arricchisce di nuovi rinvenuti, e proprio alla sommità parte Vansevenant!

In discesa lo scenario è il seguente: Vansevenant scappa attorno ai 20 secondi di vantaggio su 23 corridori, ossia Julian Alaphilippe, Joao Almeida e Fausto Masnada (Deceuninck QuickStep, compagni del fuggitivo), Clement Champoussin (Ag2r Citroen), Aleksandr Vlasov (Astana), Matteo Fabbro (Bora Hansgrohe), Remy Rochas (Cofidis), Mikel Bizkarra (Euskaltel), David Gaudu (Groupama FDJ), Adam Yates e Pavel Sivakov (Ineos), Rein Taaramae (Intermarché Wanty Gobert), Michael Woods e Ben Hermans (Israel StartUp Nation), Primoz Roglic (Jumbo Visma), Alejandro Valverde (Movistar), Nairo Quintana (Arkea Samsic), Michael Storer (DSM), Domenico Pozzovivo (Qhubeka), Bauke Mollema (Trek Segafredo), Tadej Pogacar, Rafal Majka e Diego Ulissi (UAE Emirates). Alcuni nomi “vecchi” e altri “nuovi”.

Finché si arriva alla resa dei conti definitiva: la scalata fino alla Basilica. Vansevenant viene subito risucchiato sotto i colpi soprattutto di Adam Yates, che spacca immediatamente le gambe a quasi tutti gli avversari, compreso Alaphilippe che rinuncia al bis post-Mondiale e mette nel mirino il clou del trittico d’autunno (che dopo il Gran Piemonte di domani prevederà sabato l’ultima monumento dell’anno: il Lombardia).

Yates, dicevamo. Soltanto Roglic, Almeida, Woods, Pogacar e Valverde riescono a tenere la sua ruota. Il canadese e lo spagnolo si staccano pure loro, Tadej e Joao tengono meglio botta ma negli ultimi due chilometri sono Yates e Roglic a giocarsi la vittoria. Il 29enne di Bury prova un ottimo scatto alla flamme rouge. C’è solo un problema: ha a che fare con un autentico cannibale. Roglic risponde con maestosa nonchalance e il traguardo è tutto suo! Un nuovo trionfo dopo la crono olimpica e la Vuelta, dove Yates invece si dovette accontentare del 4° posto.

Poco dietro, una volatina fiammante per il “bronzo”, con Almeida a bruciare Pogacar quasi al photofinish.

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

ciclismo milano torino – MALPENSA24