Stefano Oldani: “Tante gare in Italia per imparare a crescere”

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di Francesca Cazzaniga

Manca meno di un mese alla tanto attesa quanto desiderata ripartenza, con il WorldTour che scatterà il primo di agosto con la “Classica del Nord più a Sud d’Europa”, vale a dire le Strade Bianche. Ed è proprio da Siena che riprenderà la stagione del giovane e promettente Stefano Oldani, neoprofessionista della Lotto Soudal: «Con la squadra abbiamo deciso che mi concentrerò prevalentemente sul calendario italiano, evitando così lunghi spostamenti vista la difficile situazione sanitaria. Inizierò con le Strade Bianche per poi proseguire probabilmente con la Milano-Torino, la Milano-Sanremo, il Giro di Lombardia, la Tirreno-Adriatico ed infine il Giro d’Italia, ma ad oggi non è ancora detta l’ultima parola. Nella Corsa Rosa dovrei essere a completa disposizione di Caleb Ewan per gli arrivi in volata e poi, non avendo in squadra grandi uomini da classifica, potrei essere abbastanza libero per potermi giocare qualche carta. È una situazione apparentemente favorevole e devo ammettere che mi piacerebbe molto potermi togliere qualche soddisfazione. Come primo anno tra i grandi non sarebbe niente male… del resto si dice che chi ben comincia è già a metà dell’opera».

Facciamo un passo indietro: com’è andato il debutto tra i grandi?
«Quella di quest’anno è una prima stagione da professionista che mai mi sarei immaginato di vivere. Ho debuttato a fine gennaio alla Challenge Mallorca e ammetto di aver avuto buone sensazioni che credo siano anche una conseguenza del buon rodaggio fatto lo scorso anno alla Kometa Cycling Team».

Una prima stagione interrotta causa Covid-19. Come hai vissuto la quarantena?
«Solitamente siamo sempre con le valigie in mano e quindi ho approfittato di questo stop forzato per ricaricare un po’ le batterie e godermi la mia famiglia, di stare più tranquillo rispetto al solito. Come tutti, mi sono allenato sui rulli ma senza esagerare: due ore e mezza al giorno suddivise in due sessioni. Ho fatto anche qualche esercizio a corpo libero per cercare di mantenere comunque una buona condizione fisica. Ho investito un po’ del mio tempo nel giardinaggio insieme a mio papà Andrea: abbiamo piantato zucchine, melanzane, pomodori, cipolle, quattro tipi differenti di insalata… insomma di tutto e di più. Ora il nostro orto sta dando i suoi frutti, abbiamo molta verdura a km zero. Gli ultimi giorni di quarantena invece sono stati i più difficili, avevo voglia di tornare ad allenarmi su strada e non sapevo più cosa inventarmi per far passare il tempo. Fortunatamente adesso siamo tornati un po’ alla normalità, il lockdown speriamo sia solo un brutto ricordo e che adesso tutto possa finalmente andare per il meglio».

Come avete impostato gli allenamenti con la squadra?
«Sono stato a Livigno 20 giorni da solo, senza squadra: proprio ieri sono tornato a casa mia, a Busto Garolfo. Poi una settimana prima delle Strade Bianche invece, andrò a Siena con il team per la ricognizione del percorso».

Come ti immagini il ritorno alle gare?
«Caotico, rispettare le nuove norme non sarà semplicissimo e penso che almeno inizialmente creerà confusione. Tutti i corridori poi avranno il coltello tra i denti, quest’anno più che mai. Ognuno di noi cercherà di dare il massimo e credo, come giusto immaginare, sarà una bella lotta. Con una stagione così compressa il livello di stress alle corse sarà maggiore, anche per le minori occasioni che tutti avranno per potersi mettere in luce».

L’Uci, prima di altri sport, ha stilato un nuovo calendario. Cosa ne pensi?
«Concentrare quasi un’intera stagione in soli tre mesi non penso sia stato semplice. Certo è un peccato avere due Grandi Giri come il Giro d’Italia e la Vuelta di Spagna in concomitanza, così come dispiace la sovrapposizione tra le Grandi Classiche e la corsa rosa ma credo che non si potesse fare altrimenti. L’importante ora è tornare a correre per il bene di tutto il movimento».

Sei professionista ma hai ancora meno di 23 anni: europeo e mondiale di categoria a cronometro possono essere nei tuoi programmi?
«Ad essere sincero non ho ancora parlato con Marino (il ct Amadori, ndr) e quindi non conosco i programmi. Credo però che non abbia molto senso correre ancora tra gli Under23, nonostante abbia la possibilità di farlo. Proprio quest’anno sono passato tra i professionisti: la strada è ancora lunga e ho molto da imparare, quindi non so quanto possa essere utile fare un passo indietro. Il calendario World Tour è molto fitto e in questa stagione più che mai ci sono diverse concomitanze, figuriamoci se dovessi seguire anche corse per Under23. Comunque vediamo, niente è ancora stato deciso».

Cosa ti auguri da questa stagione?
«Di crescere il più possibile e di diventare, giorno dopo giorno, competitivo in questo nuovo mondo che mi ha accolto a braccia aperte. Sicuramente non succederà in un anno ma con il tempo spero di potermi togliere qualche bella soddisfazione. Mi piace sognare in grande. Dai grandi campioni, si sa, c’è molto da imparare: ce li hol in squadra, li avrò intorno a me in gruppo, quindi…».

Articolo a cura della redazione e di tuttobiciweb

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