«La commissione contro gli infortuni sul lavoro? Nessuna risposta nel Varesotto»

pci varese

La federazione varesina del PCI è impegnata da tempo su questo fronte, a partire inizio anno 2022 esattamente il 22 febbraio è stata protocollata la prima richiesta, indirizzata al Sindaco, al Presidente del Consiglio e a tutti i Consiglieri comunali di Gallarate:  …perché nel prossimo consiglio comunale venga messo all’ODG la creazione di una commissione di lavoro tra: amministrazione comunale, parti sociali, Inail e ispettorato del lavoro atta allo studio di programmi di intervento e controllo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del territorio e che si investa in tecnologia rivolta a evitare incidenti e malattie dove si lavora, che si promuova vera formazione, che ci siano sanzioni reali per chi non adempie alle regole, che si istituisca il reato di “omicidio sul lavoro”. 

Naturalmente ad ora, nessuna risposta dai comuni (una sessantina in tutta la provincia di Varese) ai quali abbiamo inviato la stessa richiesta protocollata, evidentemente non sono interessati, i morti sul lavoro sono una normalità al massimo un “danno collaterale” di quel conflitto capitale-lavoro che troppi si ostinano a non considerare.

Per un Comitato Permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro

Garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro dovrebbe essere una priorità di ognuno. Purtroppo così non è.

Da troppo tempo assistiamo a una crescente carenza anche delle più elementari norme che possano garantire a lavoratrici e lavoratori di non infortunarsi, ammalarsi, morire mentre lavorano.

Nonostante notizie ufficiali narrano di un calo, quest’anno assistiamo a una notevole crescita dei morti per infortunio nei luoghi di lavoro, tanto che il 2022 si configura come l’anno peggiore degli ultimi 15 anni. L’apparente incongruenza è, probabilmente, riconducibile ai dati che vengono trattati. Se, per esempio, INAIL conteggia solo gli infortuni denunciati relativi ai propri assicurati, l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro tiene conto di tutti gli infortuni mortali, anche di chi non è assicurato INAIL. Per questo riteniamo che i dati diffusi dall’Osservatorio forniscano uno scenario più realistico di quanto accade. La realtà è che la mancanza di salute e sicurezza sul lavoro non è un’emergenza ma un problema strutturale del modello di sviluppo odierno al quale non ci si può rassegnare.

Noi riteniamo che garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sia una questione assolutamente prioritaria che si deve affrontare e risolvere in maniera decisa. 

Siamo convinti che non basti aumentare il numero degli ispettori o agire solo sulla formazione. Fare questo è certamente necessario ma non sufficiente. È nostra convinzione che si debba agire per cancellare la piaga della precarietà, garantire la rappresentanza a tutti i lavoratori, diminuire il tempo di lavoro, ottenere retribuzioni che permettano di vivere serenamente, cambiare radicalmente le leggi che regolano appalti e subappalti, istituire il reato di “omicidio sul lavoro”.  Siamo altrettanto convinti che sia necessario che lo Stato investa il necessario nella ricerca e in quella innovazione tecnologica che devono assicurare a chi lavora di farlo in condizioni di massima sicurezza e in ambienti salubri.

In assenza di una risposta istituzionale è necessario agire come cittadini coscienti, certi che la soluzione debba essere ricercata da chi il problema lo vive ogni giorno sulla propria pelle.

Per questo intendiamo costituire un “Comitato permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro”, aperto a “chi ci sta”, che promuova una mobilitazione unitaria che inizi con una raccolta di firme per richiedere l’inserimento del reato di Omicidio sul Lavoro nel Codice Penale.

Questo è il primo passo di un progetto complessivo che si ripropone di cambiare le condizioni di lavoro che chi lavora è costretto a subire e che sono chiaramente insufficienti.

Pci Varese

commissione sicurezza lavoro pci – MALPENSA24