Compromesso in maggioranza a Busto: via libera al salvataggio di Accam

comitato inceneritore accam

BUSTO ARSIZIO – La maratona consigliare su Accam (in quattro giorni, due sedute di commissioni e il dibattito in aula) si conclude con un voto favorevole della maggioranza all’atto di indirizzo per il salvataggio della società di smaltimento dei rifiuti. Dopo una giornata a “limare” gli emendamenti, in particolare quello della Lega, alle 23.30 arriva in extremis il compromesso nel centrodestra su un unico emendamento interamente sostitutivo della delibera proposta dalla giunta. Che viene approvato con 14 voti favorevoli (Lega, Idee in Comune, Busto Grande, la capogruppo di Forza Italia Francesca Tallarida e il sindaco Emanuele Antonelli), 2 astenuti (Busto al Centro), 2 contrari (M5S) e 5 consiglieri che non hanno partecipato al voto (PD, Italia Viva e il forzista Orazio Tallarida, fedelissimo di Antonelli), oltre agli assenti (l’indipendente Diego Cornacchia e Mariangela Buttiglieri di Fratelli d’Italia, il partito del sindaco).

Il nodo della Lega

È la posizione della Lega, che con i suoi sei consiglieri avrebbe potuto fare la differenza, ad agitare la maggioranza. Nell’emendamento presentato dalla consigliere Paola Reguzzoni si punta a non rendere ineluttabile la prosecuzione dell’attività dell’inceneritore, parlando di «messa in sicurezza della società» invece che dell’impianto, e introducendo la necessità di andare verso «impianti innovativi e alternativi» ma «salvaguardando l’orizzonte temporale in essere» (la scadenza del 2027) e aprendo alla possibilità di accedere a finanziamenti regionali ed europei per sostenere il processo verso l’economia circolare.

Capra e cavoli

Reguzzoni però insiste sulla necessità di non far fallire Accam, in linea con la maggioranza, e alla fine il punto d’equilibrio si trova, mantenendo anche quel passaggio dell’atto di indirizzo in cui, in analogia con il testo della delibera proposta dal CdA di Accam in assemblea, si parla di una «durata dell’impianto commisurata alla sostenibilità economico-finanziaria del piano industriale» della Newco. Salvati capra e cavoli, insomma. «Puntiamo a separare il piano di risanamento dal piano di rilancio» sottolinea Paola Reguzzoni. «L’orizzonte temporale lo definirà sempre il consiglio comunale, non un piano industriale».

Farioli: «Testo coerente»

L’assessore di Forza Italia Gigi Farioli, che aveva fatto appello alla «responsabilità» per una soluzione condivisa in maggioranza, può cantare vittoria: «La formulazione è coerente con l’idea di traguardare il futuro sfruttando una drammatica situazione di crisi. Per un orizzonte che non si esaurisca con la termovalorizzazione ma apra ad ipotesi alternative. È una sintesi unanime di tutti gli interventi, eccetto quelli di una sparuta minoranza schierata per la capitolazione di Accam». Una soluzione bocciata da Claudia Cerini (M5S): «Non si capisce niente».

L’appello del sindaco

Il dibattito aveva riassunto le posizioni ormai consolidate delle ultime sedute di commissione. Con il Movimento Cinque Stelle fortemente critico: «È una cambiale in bianco, non ci sono numeri e dati – sostiene Luigi Genoni – votarla è folle». E il sindaco Antonelli a ribadire «i costi» del “no” al salvataggio, ma anche l’impossibilità di una soluzione a breve scadenza per l’inceneritore. «È un’attività industriale, non può porsi una scadenza ravvicinata». Fino all’ultimo appello: «Non sono un kamikaze, questo è un tentativo. Non è Busto che deve dire di no, lasciamolo fare agli altri, sperando che non lo dicano». Poi il compromesso arriva. Con l’in bocca al lupo finale di Paola Reguzzoni al sindaco Antonelli in vista dell’assemblea decisiva di domani mattina, sabato 6 marzo.

Opposizioni in ordine sparso

L’opposizione è frantumata come non mai, forse anche spiazzata dal ricompattarsi del centrodestra, con i grillini che rimangono gli unici a votare contro l’atto d’indirizzo. «Non faremo la stampella della maggioranza, ma neppure seguiremo il no a prescindere di chi ha messo una croce sul sito senza dire dove si smaltiranno i rifiuti» afferma la capogruppo del PD Valentina Verga, quando però ormai la maggioranza non ha bisogno di “aiutini”, annunciando la «non partecipazione al voto» dei Dem. «Ci viene chiesto un voto in bianco su una delibera che non regge». Da Busto al Centro Laura Alba ricorda che «questo consiglio ha il dovere di evitare il “semaforo rosso”» evocato dal presidente Bellora. «Per salvaguardare i dipendenti Accam e per evitare che il fallimento possa aprire le porte ai privati. Ma la responsabilità è soprattutto dei gruppi di maggioranza».

Newco o fallimento: Accam appesa al voto in assemblea di sabato 6 marzo

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