Salvataggio Pro Patria: Busto batte Busto, crepe e sconcerto

BUSTO ARSIZIO – La Pro Patria è tornata a Busto, nelle mani di Patrizia Testa. Ma l’impressione – e forse non è solo un’impressione – è che la compattezza della cordatina (o del pool di industriali come aveva rettificato lo studio Spreafico) stia già iniziando a scricchiolare, mostrando le prime inaspettate crepe. E non certo per gli imprenditori (da Sara Tosi a Christian Cerrone, passando per David Alberti) che avevano deciso di tuffarsi col cuore in questa trattativa, supportando la socia di minoranza.

Busto batte Busto: vince Napoli

A soppiantare la proposta iniziale formulata dallo studio Spreafico (in rappresentanza appunto della cordata bustocca Tosi-Cerrone-Alberti, con la Testa sullo sfondo) al Consorzio Sgai, è stata infatti l’opzione da socia di minoranza esercitata (tramite lo studio gallaratese del commercialista Beia) dalla stessa Patrizia Testa. La quale, all’insaputa dei suoi nuovi compagni di viaggio, sarebbe scesa in campo in prima persona per accelerare i tempi del closing, forse perché “sollecitata” dallo spauracchio di un’assemblea per la messa in liquidazione della società o forse perché decisa a ritornare sulla plancia del comando per far valere le sue volontà.

Nubi sulla gestione e sul progetto

Ma anche se qualcuno fosse caduto in un tranello, resta un interrogativo di fondo, a margine di questa operazione di closing che fa inevitabilmente calare qualche nube sulla composizione del futuro biancoblù. Dopo essere stati di fatto bypassati (o non informati), gli imprenditori della cordata – che per più di un mese avevano invece condiviso ogni passo all’unanimità – supporteranno ugualmente il nuovo progetto Pro Patria? Lo sconcerto resta, il dubbio pure, la speranza anche. All’assemblea del 13 giugno a Gallarate, tutte le risposte

Crepe Pro Patria Busto – MALPENSA 24