Cutro: la visita, il vulnus

lodi cutro premier ministri
Sergio Mattarella rende omaggio alle vittime del naufragio di Cutro

di Massimo Lodi

Che significa un Cdm a Cutro dieci giorni dopo il naufragio? Trasferta pietistica, atto dovuto, gesto riparatore? Mah. Di sicuro, scelta fuori tempo. Non è importante che là scenda in comitiva l’esecutivo al completo, era importante che subito si mostrasse una vicinanza (civinanza?) fisica/simbolica/partecipativa. Dunque la premier innanzitutto, e poi -in aggiunta al ministro degl’Interni, ahinoi con bagaglio di sbalorditivo dichiarazionismo- i titolari dei dicasteri interessati alla materia: Trasporti ed Economia. Macché.

Lo Stato è rimasto lontano quand’urgeva il contrario. Stupisce il surplace decisionale. Sorprende la vaghezza di determinazione politica, di sussulto etico, di corrispondenza ecumenica. Quando il silenzioso/cupo Mattarella, supplendo a meste assenze, è comparso sul luogo della tragedia, ha ricevuto il grazie dei calabresi. Ma ha idem-raccolto la loro afflizione, perché presi da un sentimento d’abbandono.

lodi cutro premier ministri
Massimo Lodi

Dunque, escludendo che quella di Palazzo Chigi fosse un’opzione tattica, abbiamo assistito a uno scarto di razionalità, di senso delle istituzioni, d’immedesimazione nel sentire collettivo. Mica poco. Non bisognava giustificare l’estraneità alla sciagura delle proprie direttive generali in tema d’immigrazione; bisognava capire che in certi momenti lo slancio umano supera qualunque diversa valutazione/ogni alternativo impulso. Così ci si è trovati nella spiacevole e immeritata condizione (visto che da anni siamo in prima linea, a salvare e accogliere i derelitti) di dover spiegare al mondo non solo la radice d’eventuali deficit di risposta operativa all’emergenza; ma anche il motivo d’un girare al largo degli ottimati della Repubblica mentre un suo affaccio costiero si dibatteva nelle strette della catastrofe.

Ora va bene andare laggiù e testimoniare adesione pubblica a tanti drammi individuali. Però il vulnus d’inadeguatezza reattiva rimane. Vulnus emozionale, specialmente. Che non è secondario, e invece primario se una sventura scuote dolorosamente l’anima popolare. Si concede infatti spazio al circolare d’una idea di algidità empatica che confligge con lo spirito di Paese dalla coscienza storico-generosa. L’indicazione da seguire, al cospetto dell’inenarrabile, era un titolo suggerito dalla narrativa letteraria (dalla narrazione della gente comune): va’ dove ti porta il cuore. E in fretta. E con umiltà. E dove la croce coi legni del barcone affondato piange quei disperati. Ignari della loro irresponsabilità, come si è sentito recitare e come preghiamo di non sentire mai più.

lodi cutro premier ministri – MALPENSA24