Demografia e clima, equilibrio cercasi. Report Ue al Ccr Ispra: i giovani più pronti

La presentazione del report al Ccr di Ispra

ISPRA – La scienza in aiuto alle decisioni della politica: è da sempre il ruolo del Joint Research Centre dell’Unione Europea, che tra le sue sedi conta anche quella di Ispra. Proprio qui questa mattina, lunedì 5 giugno, è stato presentato il report “Demography and climate change” (nel video sotto l’intervista) che analizza due fenomeni fortemente collegati tra di loro: la demografia e il cambiamento climatico. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio. Un percorso in cui le giovani generazioni sono senz’altro più pronte rispetto agli anziani.

La scienza può aiutare

La presentazione si è aperta con le parole di Stephen Quest, direttore generale del Jrc. «Questo report – ha detto – mostra come ci sia bisogno di integrare meglio gli studi sulla demografia con le politiche sul clima: la crescita globale della popolazione è uno dei tre principali fattori che stanno influenzando le emissioni». Presente anche la vicepresidente della Commissione europea per la Democrazia e la Demografia Dubravka Šuica (nella foto sotto). «Sono due argomenti molto complessi – ha commentato – la demografia è importante: la demografia e la conoscenza dei trend possono essere cruciali per definire le politiche sul cambiamento climatico. Un migliore uso della scienza può aiutare i policy maker per scegliere le migliori politiche per il pubblico. Ho trovato questo report molto interessante e penso che ispirerà molte persone». Ad affrontare il tema nei dettagli un gruppo di esperti: Anne Goujon, programme director Iiasa; Raya Muttarak, professore di demografia Università di Bologna; Daniele Vignoli, professore di demografia Università di Firenze; Fabrizio Natale, esperto di demografia Jrc Ispra.

Il report

Il report (qui la versione integrale in inglese) analizza i legami tra il cambiamento demografico e il cambiamento climatico, identifica le conseguenze della crescita demografica e dell’invecchiamento della popolazione sulle emissioni ed evidenzia le aree sulle quali l’Unione Europea potrebbe concentrarsi per accelerare gli sforzi di decarbonizzazione. Il report prende ad esame sia la situazione mondiale che quella europea. A livello globale l’aumento della popolazione porta automaticamente a maggiori emissioni, almeno nel breve termine, ma l’inerzia intrinseca in ambito demografico implica che le soluzioni per ridurre le emissioni devono provenire dalla riduzione delle disuguaglianze, da un’economia più green e da una variazione dei consumi piuttosto che da interventi sulla fertilità.

I giovani più sensibli

A livello Ue il rapporto rileva che sebbene in termini assoluti le persone anziane producano meno emissioni hanno emissioni pro capite più elevate: una maggiore quota delle loro emissioni è concentrata in articoli di consumo ad alta intensità di carbonio. Per questa fascia di età è meno probabile l’adozione di comportamenti verso modelli più rispettosi dell’ambiente. Considerando le tendenze per l’invecchiamento della popolazione dell’Unione Europea (Italia in primis), queste differenze intergenerazionali nei consumi e negli atteggiamenti aggiungono così una nuova sfida politica alla già pressante necessità di ridurre le differenze di responsabilità per le emissioni connesse al reddito. D’altro canto il fatto che in tutta Europa le generazioni più giovani siano più istruite di quelle più anziane, con una maggiore consapevolezza ambientale e flessibilità come consumatori a cambiare il proprio comportamento, è probabile che l’aspetto demografico possa accelerare la transizione verde in Europa.