Omicidio Maltesi, la difesa: «Minimo della pena per Fontana. No alla giustizia da Colosseo»

Davide Fontana

BUSTO ARSIZIO – «Siamo chiamati a difendere Davide Fontana. L’indifendibile Fontana: è reo confesso. Ha ucciso Carol Maltesi». Queste le parole pronunciate oggi, lunedì 5 giugno, dagli avvocati Stefano Paloschi e Giulia Ruggeri, difensori del killer che l’11 gennaio 2022 ha ucciso a martellate Maltesi, giovane di 26 anni, sua vicina di casa, con la quale aveva avuto una breve relazione.

Chiedo scusa al figlio di Carol

L’ha uccisa mentre giravano un video hard: lei bloccata come richiesto dal cliente che aveva commissionato il video personalizzato (lo stesso Fontana su OnlyFans con un falso profilo). L’ha uccisa prendendola prima a martellate in testa e poi finendola con un fendente alla gola. L’uomo oggi ha chiesto scusa a tutti: «So che posso sembrare parecchio distaccato e controllato, provo un’enorme sofferenza ogni giorno. Sono pentito per quello che ho fatto e non so se riuscirò mai a perdonarmi. Voglio chiedere scusa a tutti, in particolare ai familiari di Carol e a suo figlio».

Minorata difesa

Il cadavere venne depezzato in 18 parti e fu tenuto in un congelatore per 68 giorni. Infine fu abbandonato nel bresciano a fine marzo quando il delitto fu scoperto. Fontana è reo confesso e l’omicidio non è in discussione. Ma le aggravanti, che potrebbero fare la differenza tra un ergastolo o no, sono state al centro del lungo intervento dei due legali. Ammessa la minorata difesa – Carol, legata e incappucciata non avrebbero potuto fuggire, chiedere aiuto o difendersi – Paloschi e Ruggeri puntano a smontare premeditazione, sevizie e abbietti motivi.

Gelosia ossessiva

E per farlo partono dal movente individuato dall’accusa: l’ossessiva gelosia di Fontana per Maltesi che stava per trasferirsi a Verona per stare vicino al figlio. Fontana avrebbe perso l’oggetto del suo “amore”, del suo desiderio. Ed è questa gelosia che per i difensori in realtà non esiste. Fontana accetta che Carol frequenti altri uomini al termine della relazione. Che abbia rapporti con terzi anche per motivi lavorativi. «Chi la controlla – ha detto Paloschi – è Salvatore Galdo, l’attuale fidanzato. E’ lui che la segue, le dice chi può o non può frequentare, è lui che la controlla. E’ con lui che ci sono i litigi per gelosia, non con Fontana. Che al contrario la lascia libera, la aiuta nella sua attività, le fa addirittura da social media manager. Dov’è questa gelosia ossessiva di cui parla l’accusa? Tanto più che Carol non stava partendo per Verona, ma si sarebbe trasferita a Praga per ragioni di lavoro».

Lo sgozzamento, un gesto di pietà?

Senza movente perché ci sarebbe dovuta essere premeditazione? La difesa, chiaramente, punta al delitto d’impeto. Per i difensori, inoltre non ci fu sevizia: Maltesi – hanno spiegato – fu colpita con un unico oggetto, per un tempo limitato in un unico punto del corpo. E il consulente di parte ha testimoniato che il numero di martellate inferte potrebbe anche essere inferiore a 13. Lo sgozzamento? (che è causa della morte): un gesto di pietà.
Stesse ragioni per gli abbietti motivi: Fontana non ha infierito, non ha tratto piacere nell’uccidere. E sul fronte “premeditazione” Paloschi ha aggiunto: «Fontana aveva già programmato di girare altri 11 video con Maltesi dopo quell’11 gennaio. Non è così che si comporta chi premedita un omicidio. E c’è il fatto rilevantissimo che Fontana non ha fatto nulla per procurarsi un alibi. E tutto ciò che ha fatto per nascondere il delitto lo ha fatto dopo. Infine il presunto escamotage per ottenere il codice del cellulare di Carol per poi sostituirsi a lei: «Fontana aveva le password di tutti i social di Carol, sappiamo che spesso giocava con il figlio della donna utilizzando il suo telefonino. Perché non avrebbe dovuto già avere anche il codice di sblocco del cellulare usato anche per girare i video hard? Non è così che si comporta un assassino che premedita un omicidio».

Cavalier servente. E assassino

I difensori hanno descritto Fontana come una sorta di cavalier servente di Maltesi, non di un uomo ossessionato. Paloschi ha descritto Carol come una donna che, dopo aver molto sofferto, si era corazzata divenendo egoista. Ha parlato dei 68 giorni in cui nessuno ha cercato Carol scomparsa. Ha chiesto l’annullamento delle aggravanti e il riconoscimento delle attenuanti generiche in base al fatto che Fontana, dopo aver confessato, ha anche collaborato. Le difese hanno chiesto quindi il minimo della pena della reclusione rispetto ai reati contestati, pregando la Corte di non applicare una giustizia da Colosseo.

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