Efrem vota il bilancio e Busto Grande salva il sindaco Antonelli

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BUSTO ARSIZIO – Paolo Efrem vota il bilancio e salva Antonelli. Busto Grande da spina nel fianco diventa la stampella di una maggioranza rimasta a lungo appesa a un filo e che, fino all’esito del voto, ieri sera ha contato e ricontato i voti a favore, che sembravano non essere sufficienti. Ha tremato a lungo. Insomma i voti utili erano solo 12, ne serviva a tutti costi ancora uno e il 13, a sindaco e maggioranza, l’ha “regalato” Efrem.

Il voto mancante

Finale incandescente, proprio come in una partita di calcio che per 89 minuti regala sbadigli e melina per poi infiammarsi all’ultimo giro di orologio. E’ stato un po’ così il consiglio comunale di ieri sera, dove il piatto forte all’ordine del giorno era il rendiconto finanziario della gestione per l’anno 2017, il primo “vero” bilancio della giunta guidata da Emanuele Antonelli. Ed è stato proprio il sindaco, che detiene le deleghe finanziarie, a snocciolare una serie di numeri e cifre, tutti puntellati dalle relazioni degli assessori, i quali, nei pochi minuti a disposizione, hanno snocciolato una lunghissima serie di interventi fatti a seconda delle loro competenze. Ma più il tempo si consumava dietro alla canonica liturgia politica che vuole che l’opposizione faccia le pulci alle scelte finanziarie e più ci si rendeva conto che i numeri necessari non c’erano. Complici le defezioni tra la maggioranza di Diego Cornacchia, Ivo Azzimonti e Mariangela Buttiglieri. Assenze pesanti, poiché per far passare il bilancio servivano almeno 13 voti, e a conti fatti, l’ultimo, fondamentale e pesantissimo, bisognava cercarlo in Busto Grande, compagine che, proprio poche settimane fa, si è staccata dalla maggioranza, sedendosi con il suo unico consigliere Paolo Efrem accanto all’opposizione.

Una partita nella partita

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Insomma a quel punto la partita si è spostata tutta nei corridoi di Palazzo Gilardoni, dove l’ex consigliere di Busto Grande Matteo Tosi e Paolo Efrem hanno dialogato a lungo per decidere la sorte del bilancio e forse anche quella di sindaco e maggioranza. Una partita tutta giocata sul filo del rasoio, ma anche del telefono, poiché non sono mancate le telefonate con altri esponenti di Busto Grande non presenti in consiglio: c’era una tattica da definire e una decisione cruciale da prendere. Nel frattempo sono cambiate anche le marcature e da quelle a zone si è passati “a uomo”. Paolo Efrem, infatti, per motivi ovviamente differenti, è stato marcato stretto sia dagli esponenti dell’opposizione Pd, Bac e Cinque stelle, che non avrebbero partecipato al voto e contavano quindi su di lui per fare cappotto, sia da quelli della maggioranza, con un Carmine Gorrasi di poche parole, ma assidua presenza fuori dall’aula.

 

Il gran finale

I momenti che hanno preceduto il voto hanno tenuto col fiato sospeso tutti, anche i pochi cittadini che hanno resistito all’intera relazione del bilancio, poiché, escluso i Cinque stelle, nessuno ha scoperto le carte fino alla fine. Tutti, infatti, si stavano chiedendo se Efrem avrebbe pigiato il bottone per partecipare al voto. Sarebbe bastato quel gesto, seguito anche da un voto di astensione, per dare la spinta decisiva al bilancio. Il consigliere di Busto Grande ha fatto di più, ovvero ha partecipato al voto e ha espresso parere favorevole, motivando, a fine consiglio, la sua scelta come «un gesto di grande responsabilità nei confronti della citta e dei cittadini».

Ancora alta tensione

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Nemmeno il tempo di tirare il fiato, che la seduta, ormai conclusa, regala ancora due colpi di scena. C’è il tempo per registrare un duro scambio di battute tra il presidente del consiglio Valerio Mariani e la leghista Paola Reguzzoni. Ad accendere la miccia una battuta di Mariani, il quale davanti a un bilancio che è passato con 13 voti a favore, ovvero in maniera stiracchiata, ha sottolineato come «questa maggioranza troppe volte approva provvedimenti con il fiatone». Apriti cielo, poiché Paola Reguzzoni, da consumata politica, non si è fatta scappare l’occasione e ha accusato il presidente di scorrettezza e di non essere super partes. L’ultimo colpo di scena, infine, l’ha regalato Antonelli che, dopo aver ascoltato il duello dialettico tra Mariani e la Reguzzoni, ha chiesto di intervenire per dare ragione, per la prima volta (e chissà se sarà anche l’ultima), proprio alla consigliera leghista.

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