Ettore Rosato (Iv): «Orgoglioso di Draghi. E a Busto un nuovo laboratorio politico»

ettore rosato

ROMA – Dal Ddl Zan al governo Draghi. Senza dimenticare lo scenario politico della provincia di Varese, dove sono chiamate al voto le tre città più importanti del territorio: Varese, Gallarate e Busto (che fibrilla con le dimissioni di Gigi Farioli). Sono questi i temi di stretta attualità affrontati nell’intervista da Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei deputati e coordinatore nazionale di Italia Viva.

Ettore Rosato, partiamo dal Ddl Zan e dalla sospensiva che oggi in aula a Palazzo Madama non è passata. Cosa significa? 
«La proposta di sospensiva al Ddl non è passata per un solo voto, anche con Italia Viva che ha votato contro in maniera compatta. È quindi chiaro quello che accadrà facilmente alla prima votazione a scrutinio segreto. Bisognerà rincorrere i Ciampolillo, sperando che serva a qualche cosa».

Ma sui contenuti del Ddl qual è la posizione di Italia Viva?
«Mi lasci dire che esporre questa legge al far west degli emendamenti in Senato significa non avere a cuore i diritti delle ragazze e dei ragazzi oggi discriminati. Tutto il resto è modesta retorica, utile a trasformare una battaglia per i diritti in una bandiera di partito da sventolare quando non si ha altro da dire. Ci vuole politica, quindi capacità di mediazione e dialogo, non diktat demagogici».

E Italia Viva?
«Noi siamo favorevoli a una legge che punisca in maniera severa chi mette in atto atteggiamenti violenti discriminatori in tutte le sue forme. Per questo diciamo da sempre che serve dialogo e condivisione per arrivare all’approvazione. Soprattutto quando non ci sono i numeri».

Però l’Italia in questo momento deve affrontare una serie di grande emergenze. La politica che litiga e si divide su questo Ddl non rischia di segnare una distanza ancor più marcata dai bisogni del Paese reale? 
«Non bisogna mettere in contrapposizione i diritti con le emergenze sanitarie ed economiche. Entrambi i temi sono di grande importanza. Per questo credo che con un po’ di buon senso si possa trovare l’accordo in mezz’ora».

Sono passati quattro mesi dall’insediamento del governo Draghi. Qual è il giudizio di Italia Viva sull’operato dell’esecutivo? 
«Questo è il migliore governo possibile per il nostro Paese. E anche la coalizione è la migliore possibile. Per guidare l’Italia in questo complesso e difficile momento di emergenza serviva e serve il contributo di tutti».

Anche di coloro che erano scettici rispetto al governo Draghi e alla coalizione allargata? 
«Sì. Anche di chi è entrato a far parte di questo esecutivo dopo aver detto che mai avrebbe governato con la Lega, neppure qualora il primo ministro fosse stato Mario Draghi. Citazione, questa, del ministro Andrea Orlando. Credo che Draghi abbia fatto un vero miracolo. Ovvero ha dimostrato che il buon governo rende tutti orgogliosi di farne parte. Dico questo perché oggi il nostro Paese è tornato a essere autorevole. L’Italia è di nuovo una guida in Europa e non solo perché ha vinto gli Europei di calcio. Detto ciò, mi permetta di aggiungere, che noi di Italia Viva siamo orgogliosi di avere reso possibile tutto questo».

Restando però sul piano politico, Italia Viva non ha ancora chiarito in maniera definitiva se sia un partito di centro o di centrosinistra. Non crede? 
«Credo che la geometria politica alla quale tutti eravamo abituati oggi non esista più. E l’onda lunga dell’avvento di Mario Draghi lo dimostrerà in maniera ancor più evidente. Quello che c’è tra un paio d’anni non esisterà più».

Geometrie politiche, appunto. A volte il “vento” di Roma arriva “in differita” in periferia. Ma a Busto con lo scossone delle dimissioni del forzista Farioli sembra che il cambiamento a cui lei fa riferimento sia in atto. Non crede? 
«Quello che accade a Roma sta accadendo anche a Milano e a Varese. A Busto è presto per dirlo. Però guardiamo con interesse a quanto sta avvenendo. Del resto è una città, è bene ricordarlo, che non è capoluogo di provincia, pur avendone peso e dimensioni. E alla quale farebbe bene una scelta di profondo cambiamento. Qui potrebbe nascere un esperimento politico significativo. Quello che invece posso dire è che il nostro obiettivo è di essere utili al territorio. E in provincia di Varese in tal senso siamo molto attivi anche grazie a Gianfranco Librandi, una vera macchina da guerra, e Maria Chiara Gadda».