Fagnano, sindaco e assessore svelano il progetto della mensa delle Rodari

FAGNANO OLONA – Non uno, bensì due progetti. I progetti sul nuovo refettorio delle Rodari, che nessun consigliere d’opposizione aveva visto al momento della variazione di bilancio, sono due. C’è quello che si è rivelato essere stato fatto sulla “carta del formaggio” ed è ormai superato (anche nei costi) ma ha fruttato il finanziamento di 800 mila euro (bene per i fagnanesi); e quello “serio e preciso, fatto come “Dio comanda” dallo studio d’architettura dei fratelli D’Elia di Busto Arsizio, che ha fissato il costo dell’opera a 2 milioni e 65 mila euro. Entrambi sono stati mostrati nella conferenza stampa che si è tenuta oggi (mercoledì 4 gennaio) al Castello.

I progetti ci sono

In sede di approvazione della variazione di bilancio le opposizioni hanno più volte fatto presente di non aver mai visto i progetti del nuovo refettorio. Al punto da dubitare dell’esistenza. In realtà i disegni c’erano. E sono stati mostrati sui monitor in conferenza stampa. «Ammetto di aver forse commesso un errore – ha spiegato il sindaco Marco Baroffio – la decisione di non portare i progetti in consiglio è stata presa per evitare di spostare la discussione dal tema urgente di quel frangente, ovvero la variazione». Urgenza che – e anche questo è stato rivelato in conferenza – si è rivelata inutile «poiché – ha aggiunto il primo cittadino – la data ultima di inizio lavori è slittata al 31 agosto».

I costi triplicati

Risolto quindi il primo mistero, ovvero l’esistenza dei progetti sul tavolo, è rimasto da spiegare il motivo dei costi dell’opera. Cifra che, dall’assegnazione del finanziamento a oggi, è di fatto quasi triplicata. “Perché?”, è stato chiesto al sindaco e in particolare all’assessore ai Lavori pubblici Simona Mezanzani. «Aumento delle materie prime e parametri del bando che sono cambiati», questo l’arcano alla base del picco milionario che ha preso l’opera.

Opera che avrà un’estensione di 550 metri quadrati, di cui 370 destinati al refettorio vero e proprio, e potrà ospitare 240 alunni su un unico turno. Non solo: alla luce dei disegni e dei rendering mostrati il nuovo refettorio delle Rodari si inserisce in maniera armonica nel contesto, senza snaturare l’architettura della scuola progettata da Vittorio Introini, senza oscurare il pregio delle linee della facciata principale e nel rispetto di tutte le misure di rispetto dell’ambiente che deve avere un manufatto contemporaneo.

«Siamo orgogliosi di poter presentare questo progetto», ha dichiarato l’assessore Mezanzani. La quale non si è certo tirata indietro nel momento di rendere pan per focaccia agli attacchi delle minoranze: «Ci hanno accusato di mancanza di progettualità e di aver fatto scelte con grande leggerezza. Non solo, ma si sono spinti in attacchi personali mettendo in discussione le mie capacità professionali. Ecco, questa credo sia la miglior risposta: la scelta sofferta di realizzare un’opera importante e utile e il progetto che darà alle Rodari un refettorio moderno, valorizzando la scuola e il contesto».

Insomma, non si può dire che alla giunta Baroffio manchi il coraggio. Sulla partita, infatti, sindaco e assessori hanno prima preso e poi difeso la scelta politica di stanziare il milione di euro necessario per realizzare l’opera. Resta però un dubbio sul doppio progetto: non quello “valido” realizzato dallo studio di professionisti di Busto, bensì il primo, quello che aveva le misure sbagliate (tra le due ipotesi di refettorio ci sono circa 100 metri quadri di differenza) e tutta una serie di altri parametri poi rivisti in toto, ma che ha permesso al Comune di passare all’incasso. Cioè: che senso ha concorrere a un bando con un elaborato, ottenere i finanziamenti su quanto presentato e poi stravolgere (nelle linee e anche nei costi) l’opera da realizzare? Insomma, c’è qualcosa che stride con la ragione comune: o la progettazione iniziale o lo strumento del bando pubblico.