FERNO – Raddoppiare la tassa di soggiorno è un modo per fare cassa? «No». Lapidaria Sarah Foti, sindaco di Ferno. Risponde così alle recenti dichiarazioni di Frederick Venturi, presidente di Federalberghi Varese, che ha commentato la decisione di aumentare l’imposta in paese – da 1,50 a 3 euro – senza troppi giri di parole. «Mettere le mani in tasca alle persone – ha detto Venturi – è sempre sbagliato. Poi, se parliamo di una tassa che funziona male, lo è ancora di più». Ora il primo cittadino passa al contrattacco: «È una risorsa destinata a favorire lo sviluppo di servizi e di politiche di valorizzazione».
«Sviluppo e crescita»
Il presidente di Federalberghi Varese ha posto l’accento sul fattore turismo, facendo leva sull’unica (grande) presenza a Ferno: lo Sheraton, albergo di riferimento per chi transita dalla vicina Malpensa. Un modo, di fatto, per dire che «aumentare questa tassa serve a poco per il turismo».
Differente la posizione del sindaco fernese: «L’imposta di soggiorno non è stata aumentata semplicemente per fare cassa», dice Foti. «Si tratta una risorsa destinata, per legge, a favorire lo sviluppo di servizi e sarà utilizzata per incrementare politiche di valorizzazione del nostro territorio». Un esempio: il maggior decoro. E ancora: «Servirà a implementare l’offerta dei servizi e delle attività culturali rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo la crescita economica e civile della nostra comunità locale».
Tutte le strutture
Fino alla precisazione delle strutture interessante all’aumento. «I servizi e le attività offerti – sottolinea Foti – saranno debitamente pubblicizzati in tutte le strutture alberghiere e i bed&breakfast esistenti su territorio fernese, per coinvolgere e offrire l’opportunità di conoscere e vivere il nostro paese non solo ai cittadini ma anche a coloro che sono di passaggio per qualche giorno». E chiude così: «Istituita nel 2013, l’imposta di soggiorno non aveva mai subito aumenti».