Fiaccole a Busto per le donne iraniane. Il grido di Samira, il messaggio di Bahrami

BUSTO ARSIZIO – In corteo con la fiaccola in mano c’è anche Samira, educatrice iraniana che vive a Busto Arsizio da tre anni: «Gridiamo libertà, per la chioma delle ragazze della rivoluzione, per la mia gente» afferma in piazza Vittorio Emanuele, con la voce rotta dalla commozione. E a distanza c’è il grande pianista Ramin Bahrami, ormai bustocco di adozione come dice ogni volta che torna in città a suonare, che fa pervenire ad Auser un messaggio di adesione all’iniziativa, letto in piazza Santa Maria dalla vicesindaco Manuela Maffioli: «Le donne iraniane non devono essere lasciate sole».

«Libertà»

La libertà per le donne iraniane gridata nelle piazze del centro storico. Busto chiama Iran, con una suggestiva fiaccolata “culturale”, organizzata dalla sezione cittadina di Auser, che unisce la città, da sinistra alla Lega, come si è visto molto raramente. «Guardiamo lontano, ma con uno sguardo alla nostra città» sottolinea l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, già al lavoro con Auser e la sua presidente Michela Volfi, per uno sportello rivolto alle donne musulmane che vogliano emanciparsi.

Il corteo

La fiaccolata, organizzata da Auser Busto, raduna un centinaio di persone in piazza Santa Maria. Non mancano i rappresentanti delle istituzioni, in schieramento rigorosamente bipartisan: la vicesindaco Manuela Maffioli, l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora, le consigliere di opposizione Cinzia Berutti e Valentina Verga, ma anche diversi consiglieri (i leghisti Alessandro Albani e Simone Orsi, il dem Maurizio Maggioni). Il corteo con le fiaccole accese fa una tappa di fronte a ciascuna delle cinque librerie del centro storico (Dondolibro, Libraccio, Bustolibri, Ubik, Basilica), dove vengono letti brani significativi, ciascuno da una donna, tra cui il documento Onu che sancisce l’istituzione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Per poi concludersi in piazza Vittorio Emanuele, dove sul “palco” ci sono l’arpa di Roberta Pestalozza e il violino di Giampaolo Verga. È un celebre passo di Shakespeare a chiudere la marcia: «In piedi, signori, davanti a una donna».

Il frutto

La manifestazione fa parte del calendario di eventi che l’amministrazione, insieme alla rete delle associazioni, ha messo in campo in occasione della Giornata mondiale del 25 novembre. Ma ha già “gemmato” un’altra iniziativa, preannunciata dall’assessore Paola Reguzzoni: «Mi incontrerò con Auser nei prossimi giorni, per discutere dell’idea di istituire uno sportello di mediazione culturale dove le donne musulmane possano rivolgersi nel caso vogliano emanciparsi. Guardiamo lontano, ma con uno sguardo alla nostra città».

Il messaggio di Ramin Bahrami

Le donne iraniane che stanno scendendo in piazza per manifestare sono eroine e con la loro determinazione possono generare una svolta. Ma non bisogna lasciar passare nemmeno un giorno nel silenzio e nell’indifferenza: è una lotta che riguarda tutti, perché difende i principi fondamentali dei diritti umani, perché condanna un regime falso e assassino, perchè in nessuna parte del mondo può essere tollerata una situazione come questa. In una recente intervista ho dichiarato che le donne iraniane non devono essere lasciate sole e sono commosso nell’apprendere che l’iniziativa dell’associazione Auser è stata intitolata esattamente così: è proprio questo il punto focale, il valore di manifestazioni come questa che rappresentano una significativa presa di coscienza, una voce che unita ad tante altre voci possano diventare un boato alle orecchie di coloro che possono muovere le leve dalla politica internazionale per trovare una soluzione che interrompa questa persecuzione ingiusta e disumana.

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