La crisi di Busto: da capitale della pallavolo a città a rischio volley

Busto uyba

BUSTO ARSIZIO – Busto Arsizio, candidata ad essere la Città europea dello sport nel 2023, rischia clamorosamente di restare nel 2022 senza volley per i tifosi. Per il momento è soltanto un pericoloso rischio, ovviamente da scongiurare ed evitare, ma la situazione in città, dove fra il PalaGinnastica e il parcheggio stadio di complicanze ce ne sono già a sufficienza, nelle ultime settimane è letteralmente precipitata.

La Uyba grida, la Futura trasloca

Al grido d’allarme lanciato dalla Uyba, che per il momento ha deciso di stoppare la campagna abbonamenti, ha fatto seguito l’imprevisto o l’inevitabile (ognuno scelga la propria versione) strappo della Futura Volley. Causa la mancata agibilità del PalaSanluigi, la società biancorossa – aldilà delle frasi di circostanza, del tentativo di gettare acqua sul fuoco (e dell’immutata stima per la Famiglia Forte, ndr) – ha fatto rotta su Castellanza, firmando un contratto della durata di due anni per l’utilizzo del PalaBorsani. Un trasferimento ipotizzabile in caso di A1, la cui accelerazione in A2 (al netto della solita mancanza di regia politica bustocca) ha però lasciato completamente di stucco e in imbarazzo l’Amministrazione Comunale di Busto che, dopo aver ingaggiato una corsa contro il tempo per venire incontro alle necessità della Futura, si ritrova ora col cerino in mano: da “capitale della pallavolo in rosa” a “città a rischio volley per i tifosi“. Il tutto a pochi mesi dalle elezioni.

E’ ufficiale: la Futura Volley Giovani si trasferisce al PalaBorsani di Castellanza

Arena E-Work: mille e non più mille

Per salvare il salvabile, dato che la Futura ha oramai optato per il trasferimento a Castellanza sposando persino l’idea di un abbonamento congiunto con i Knights Basket Legnano, ora le attenzioni di Palazzo Gilardoni devono necessariamente rivolgersi alla Uyba, il cui patron – per dovere di cronaca – non ha voluto intervenire sulla vicenda Futura, nè in un senso, nè nell’altro.
Per aprire al pubblico in maniera sostenibile la Arena E-Work – le cui spese di gestione sono ovviamente elevate – la media spettatori non può prescindere dalle mille presenze a partita (quota al di sotto della quale i costi si rivelano superiori alle entrate). Un numero che, in tempi normali, risulterebbe sicuramente nelle corde dei tifosi biancorossi, forse già solo degli Adf. Ma in tempi di Covid, con possibili restrizioni, green pass, varianti e quant’altro, tale numero rischia di essere persino utopistico. E nell’incerto scenario economico generale, la società di patron Pirola – nel frattempo riavvicinatosi all’ASSB – non può certo permettersi azzardi, dovendo tenere i piedi ben saldi a terra.

Gli azzardi della politica

Azzardi che la Busto Politica, anziché far lavorare le diplomazie per favorire un’armistizio (il  caso Busto 81-Pro Patria non ha insegnato…), ha deciso invece di correre, buttando la palla – per usare un’espressione tanta cara ad un politico di vecchio corso – in tribuna, in attesa che passassero le elezioni. Ma il tempo, anche stavolta, non è stato galantuomo, presentando il conto in anticipo. E i nodi sono venuti al pettine, confermando ancora una volta tutti i limiti di una città – la sesta della Lombardia – che ha tremendamente paura di volare, di ragionare in grande (perché non pensare ad una struttura modulare e polifunzionale di medie grandi dimensioni), di prevenire e nel caso intervenire, e soprattutto di pianificare.
Meno selfie, più progetti, please.

Uyba, la pandemia stoppa gli abbonamenti

Uyba Futura Busto – MALPENSA 24