“Amore sono un po’ incinta”: a Gallarate la commedia di Cavallaro sull’avere figli

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GALLARATE – Dopo i successi di “That’s Amore” e “Se ti sposo mi rovino” torna la penna di Marco Cavallaro con “Amore sono un po’ incinta”, in scena oggi, sabato 18 febbraio, alle 21 al Teatro Condominio di Gallarate: le commedie brillanti dell’attore e autore siciliano trattano puntualmente situazioni molto comuni nelle coppie, vicende raccontate con ironia che permettono al pubblico di riconoscersi o riconoscerne tratti vissuti da amici o parenti.

La trama

Roberta e Maurizio sono due giovani “non più giovani” che vivono la vita tra la realizzazione personale e la ricerca costante di possibili “condivisioni”. Dopo essersi incontrati una volta per caso, complice una notte di allegria, ognuno riprende la sua strada: ma il destino ha in serbo qualcosa di imprevedibile, cambierà totalmente la loro vita. La commedia diverte, mentre insegna come accogliere le nuove incognite con coraggio, sconfiggendo la paura. E capire, alla fine, che anche la storia più antica del mondo può trasformarsi nel sogno più bello da vivere…dare un futuro alla vita.
I biglietti, che saranno scontati per la Generazione Z, sono disponibili online su TicketOne o in teatro da un’ora prima dello spettacolo. Per prenotare l’indirizzo da contattare via e-mail è biglietteria@teatrocondominio.it, per ulteriori informazioni è possibile chiamare il numero 349/8453969.

«La meraviglia della vita è nel sorriso che dona un bimbo»

«Non è come ai tempi dei nostri genitori, i dubbi vengono», riflette Cavallaro su che cosa comporti fare un figlio oggi. «Prima dovremmo guarire il mondo, e magari cambiarci un po’ dentro. Oggi si pensa ai propri bisogni e non a quelli degli altri. Avere figli è una scelta ardua, ma nella commedia cerco di spiegare che la meraviglia della vita è in quel sorriso che dona un bimbo. Agli Stati e ai potenti il dovere di risolvere il resto: che mettano un punto ai conflitti, che si inizi davvero a curare la “madre” di tutti noi, la Terra. La cultura è sempre stata la portavoce dei bisogni essenziali di tutti. Io li difendo scrivendo, seppur facendo divertire. Nell’intento che il messaggio sottotraccia resti, si diffonda. Questa commedia è un inno alla vita, nel sogno di riavere un mondo sano e di pace per chi nascerà».

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