Confabitare Gallarate: «Niente affitto, niente bonus per i negozi. Un flop»

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GALLARATE – L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 8/E del 3 aprile, ha fornito la propria interpretazione in relazione al credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione di cui beneficiano negozi e botteghe a partire dal 25 marzo 2020, esclusivamente in compensazione, utilizzando il Modello di pagamento F24.

Un grande flop

«Secondo l’opinione dell’Agenzia, la disposizione emanata dal Governo ha la finalità di aiutare il commerciante con il costo sostenuto per il canone, sicché in coerenza con tale finalità il predetto credito maturerà a seguito dell’avvenuto pagamento del canone medesimo – si legge in una nota diffusa oggi, giovedì 9 aprile da Confabitare Varese, associazione proprietari immobiliari con sede a Gallarate –  Ma se un’attività è in grado di pagare regolarmente l’affitto, non avrà bisogno del bonus», prosegue la nota dell’associazione che con Confcommercio Ascom Gallarate e Malpensa ha stipulato a tempo record una convenzione ad hoc grazie alla quale nella sede di viale dell’Unione Europea è già disponibile un servizio di assistenza legale, specificatamente dedicato alla definizione delle problematiche legate al rispetto dei contratti di locazione.

Quali sono attività escluse

«Se, invece, l’attività è chiusa, difficile abbia la liquidità per far fronte al canone, alle varie spese, magari stipendi, contributi, tasse varie. Quando riaprirà, se riaprirà, non è detto che possa pagare altre tasse sulle quali “giocarsi” il bonus», si legge nella comunicazione. Quali sono le attività escluse? «L’Agenzia ha poi risposto in merito alla possibilità di usufruire del credito d’imposta anche per i contratti di locazione di immobili rientranti nella categoria catastale D8 («Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni») continua il comunicato di Confabiatre – L’articolo 65 del Decreto, dicono le Entrate, espressamente specifica che gli immobili oggetto di locazione (per cui è possibile fruire del credito d’imposta) devono essere classificati nella categoria catastale C/1 (negozi e botteghe): restano, quindi, esclusi dal credito d’imposta previsto dal Decreto i contratti di locazione di immobili rientranti nelle altre categorie catastali anche se aventi destinazione commerciale, come ad esempio la categoria D/8».

Che senso ha tutto ciò?

«Perché alcune attività sì e altre no? La crisi è tale per tutti coloro che sono stati costretti a chiudere, ma forse si tratta di una considerazione troppo complessa in un Paese dove ormai impera l’improvvisazione. Per non parlare dell’inaccettabile dato di fatto che in Italia ormai si emanano leggi incomplete e imprecise e si lascia, poi, il compito di completare il tutto ad un Organo amministrativo, che è totalmente privo di competenza legislativa, come l’Agenzia delle Entrate», conclude la nota.

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