Inverno al Maga. Tre mostre in contemporanea al museo di Gallarate 

gallarate maga mostre 2024
Francesca Caruso e Claudia Mazzetti

GALLARATE – Un anno fa, al Maga di Gallarate, c’era la mostra dedicata ad Andy Warhol. Per questo inverno il museo d’arte contemporanea ne propone addirittura tre in contemporanea che, fino al 7 aprile 2024, propongono ai visitatori uno sguardo approfondito su altrettante personalità del panorama artistico italiano del Novecento: Dadamaino, Michele Ciacciofera e Giovanni Campus.

La presentazione

L’iniziativa, finanziata anche da Regione Lombardia con circa 70.000 euro, è stata presentata questa mattina in conferenza stampa. Presenti sul palco il presidente del Maga Angelo Crespi, l’assessore comunale alla Cultura Claudia Mazzetti («Amo questo luogo, un orgoglio per la nostra città che non ha soltanto il compito di custodire l’arte ma di valorizzarla arrivando a un numero sempre maggiore di visitatori») e dall’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso («Il Maga si conferma dunque vero punto di riferimento culturale per la provincia di Varese e per tutto il contesto lombardo: stupisce per la sua dinamicità e la sua continua evoluzione»). Guarda i video:

Le tre mostre 

La retrospettiva dedicata a Dadamaino (all’anagrafe Edoarda Emilia Maino), una delle maggiori protagoniste dell’avanguardia del secondo Novecento, curata da Flaminio Gualdoni, realizzata in collaborazione con l’Archivio Dadamaino, con il supporto di Galleria Arte Martinelli (Lodi, Miami Beach), ripercorre attraverso 80 opere le tappe fondamentali della carriera dell’artista milanese, partendo dall’esordio della sua ricerca sulla pittura monocroma e sulla superficie spaziale della tela, avvenuto alla Galleria Prisma nel 1959, anno in cui Dadamaino abbandona l’informale per adottare quelle formulazioni astratte che caratterizzeranno tutta la sua evoluzione creativa.

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Condensare l’infinito, è il titolo della personale di Michele Ciacciofera, curata da Alessandro Castiglioni, realizata col supporto di Building, che presenta un progetto che evoca i viaggi dell’artista che, dalla Sardegna, percorrendo l’arco alpino, giungono in Bretagna e infine in Scozia, alla ricerca di quelle forme archetipiche che sono alla base di culti e identità di popoli che tramite pratiche scultoree arcaiche aspiravano a creare un dialogo tra la terra e il cielo, tra l’umano finito e l’assoluto infinito. L’esperienza diretta dei luoghi e soprattutto la loro interiorizzazione da parte di Ciacciofera sono fattori fondanti per la realizzazione dell’opera d’arte. Dopo la tappa al Maga, la rassegna verrà accolta, nella seconda metà del 2024, dal Centre d’Art Contemporain Passerelle a Brest, in Bretagna.

Infine la personale di Giovanni Campus, curata da Emma Zanella, mette in luce l’ultimo impegnativo progetto dell’artista sardo (Olbia, 1929), iniziato alla fine del 2020, che ruota attorno alla pratica del disegno che fin dai primi lavori degli anni cinquanta accompagna la sua ricerca teorica, artistica e persino la quotidianità. Il disegno infatti è per l’artista un percorso esperienziale poetico il più delle volte autonomo, capace di portare la progettualità sulle soglie del limite, in una dimensione marcatamente speculativa. In questo ultimo ciclo in particolare, il disegno a china, per propria natura lento e meditativo, è una riflessione sul senso globale del lavoro nella sua temporalità e consequenzialità.

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