Pronto soccorso di Gallarate al collasso. Le opposizioni: «Appaltiamo i codici bianchi e verdi»

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GALLARATE – «Più che una proposta è una pezza. Ma ormai siamo arrivato al punto in cui è necessario mettere anche una pezza». A dirlo è Michele Bisaccia, consigliere della Lista Silvestrini. Insieme a Giovanni Pignataro e Anna Zambon (Pd), Massimo Gnocchi (Ocg) e Cesare Coppe (CèV) questa sera, 25 novembre, hanno lanciato la proposta a Regione Lombardia di seguire l’esempio di Abbiategrasso per decongestionare il Pronto soccorso di Gallarate, ormai prossimo al collasso se si considerano le ore di attesa bibliche prima di poter accedere alla cure necessarie. Ciò si traduce in significativi disservizi, una elevata pressione sul personale sanitario mai sufficiente a coprire le richieste, disagi e difficoltà nello svolgimento di attività sui pazienti a maggiore criticità e un incremento rilevante dei rischi operativi. 

La proposta 

A fronte delle difficoltà evidenti e ormai strutturali del Pronto Soccorso del Sant’Antonio Abate le opposizioni propongono, sul modello di Abbiategrasso, l’attivazione presso di un Punto di Primo intervento H24 e 7 giorni su 7 che, disponendo di competenze cliniche e strumentali adeguate a fronteggiare e gestire i codici verdi e bianchi, possa fornire risposte a situazioni di minore criticità e bassa complessità. La sua attivazione potrebbe permettere una riorganizzazione degli accessi al Pronto Soccorso, concentrando in quest’ultimo solo le situazioni di reale urgenza. «Tale servizio, inoltre, appaltato all’esterno, potrebbe alleviare il carico di lavoro del personale ospedaliero riducendo la richiesta di turni massacranti», spiegano i proponenti. «Migliorare le attuali condizioni di lavoro potrebbe limitare la “fuga” di medici verso altri presidi e ripristinare l’attrattività del nostro Ospedale».

I vantaggi

Il centrosinistra e Ocg propongono inoltre di valutare l’impiego delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), attualmente con un’operatività sul territorio ridimensionata a seguito del calo dei contagi e della diminuzione degli eventi severi, nella gestione dei codici “impropri”, fornendo un supporto determinante in Pronto Soccorso e diventando riferimento per le richieste che non sono urgenti così da sollevare di un carico non pertinente, ma decisamente pesante, le equipe operative in Pronto Soccorso. «L’attuazione di entrambe le proposte o perlomeno di una delle due ipotizzate – concludono – pensiamo possa concorrere a migliorare il funzionamento del Pronto Soccorso del Sant’Antonio Abate e in particolare a ridurre i tempi di attesa, a contenere i disservizi, a snellire i processi di presa in carico, a sgravare il carico operativo dei professionisti del Pronto Soccorso, costretti a turni massacranti, e quindi a contenere i rischi operativi». 

Gallarate pronto soccorso code – MALPENSA24