Sinti, trattativa fallita sarà sgombero forzato: «Ci piazzeremo sotto il Comune»

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GALLARATE – Sgombero bis: il primo giorno si chiude con l’ufficializzazione dell’ordinanza firmata dal questore di Varese e la certezza che non ci sarà alcuno spazio per le trattative. La mediazione tentata dalle forze di polizia arrivate numerose questa mattina in via Aleardi, dove una decina di famiglie Sinti si sono sistemate (con roulotte e camper) dopo il primo sgombero, quello voluto dal sindaco di Gallarate Andrea Cassani, del campo di via Lazzaretto. Qui l’area è privata (il Comune non c’entra nulla) ed è stata occupata abusivamente dalla comunità: sia il proprietario del terreno (la Curia) che l’affittuario (un agricoltore oggi presente per qualche minuto all’esterno del campo senza voler però rilasciare dichiarazioni) hanno sporto denuncia. Di qui, dopo giorni di avvisi “verbali” con i quali i Sinti sono stati invitati a lasciare l’area, la decisione di presentarsi in forza questa mattina. Dopo le 12 gli uomini delle forze di polizia hanno terminato il servizio, mentre la donna più anziana del campo Sinti, colta da malore, veniva soccorsa da un’ambulanza.

«Non accettano nessuna trattativa»

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Oggi, lunedì 25 marzo, era presente in via Aleardi anche Pietro Romano, avvocato della comunità Sinti. Sinti che hanno chiaramente detto di «Non voler lasciare l’area senza che ci venga data un’alternativa. Cinque famiglie hanno avuto alloggi emergenziali. E tutti gli altri? Noi da qui andiamo via se ci viene data un’alternativa. Altrimenti dovranno buttarci fuori con la forza». Romano aveva proposto di poter sistemare la comunità, temporaneamente «Sull’area comunale di via Pacinotti – spiega il legale – E’ attrezzata, poteva essere una soluzione tampone. Se avessero detto sì la comunità avrebbe lasciato libero il terreno di via Pacinotti immediatamente e pacificamente. Mi è stato detto dai mediatori: nessuna trattativa. Non c’è la volontà politica, evidentemente, di risolvere la situazione». Pino Saccone, portavoce della comunità, ha chiesto anche un incontro urgente con il Prefetto di Varese: «Mi è stato detto che è stato rifiutato. Noi da qui non ce ne andiamo senza avere un’alternativa. Le case non bastano per tutti. In cinque otteniamo una casa per qualche mese. E gli altri? Noi siamo cittadini gallaratesi, noi siamo una comunità. Devono venire in 200 a portarci via con la forza: non ce ne andiamo. E se ci sgombereranno con la forza andremo con roulotte e camper sotto il Comune. Vivremo lì». Domani, martedì 26 marzo, si ricomincia.  «Da domani ogni giorno è buono per un’azione di forza – conclude Pino – Noi da soli non ce ne andiamo. Ci hanno detto: nessuna trattativa. Sarà così anche per noi». E Romano conclude: «Il punto è che li sgombereranno da qui ma loro non hanno un posto dove andare. E dovranno andare su una nuova area. Oggi a lamentarsi di questa presenza sono stati i residenti di Madonna in Campagna. Domani saranno quelli di un altro rione. Perché da Gallarate, visto che ne sono cittadini, giustamente non se ne andranno. Sarà un problema itinerante per la città che durerà molto, molto a lungo». Non è escluso che alcuni rappresentanti della comunità Sinti potrebbero presentarsi questa sera in consiglio comunale a Gallarate: «Come può fare qualunque cittadino», precisano.

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