Giorgetti lancia a Varese il nuovo corso della Lega: «Apriamoci a idee nuove»

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VARESE – «Siamo sempre gli stessi, ma non possiamo rimanere sempre gli stessi. E lo dico a Varese, perché è qui che tutto è partito». E dove, forse, la Lega è ripartita dopo lo shock dell’uscita dal Governo. Al circolo di Bizzozero, dove questa sera, venerdì 4 ottobre,  Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio, davanti un folto numero di leghisti ha aperto una nuova via al partito. Senza però dimenticare le radici leghiste. Giorgetti apre anche a una rinnovata alleanza con Forza Italia: «Io sono anche d’accordo, ma non capisco i distinguo di alcuni forzisti».

Aprire la Lega a energie e idee nuove

E così Giorgetti, accanto a Umberto Bossi, «che ci ha insegnato a fare politica in mezzo alla gente», ci mette le battaglie di sempre «quelle che i cittadini ci chiedono di fare, ovvero l’immigrazione, la libertà economica, quella della scuola». E abbozza il “nuovo corso”: «Questo è il momento di aprire il partito a energie nuove. Non possiamo restare chiusi tra noi. Dobbiamo sfidare la possibilità che possa arrivare qualcuno più bravo di noi, che possa portare idee nuove e aiutarci nella nostra battaglia che noi facciamo a mani nude contro chi decide come va il mondo».

Tornare sul territorio

La Lega, per Giorgetti, ha di fronte solo una via. Che non è più la secessione o l’uscita dall’Europa, «che semmai va cambiata», bensì quella di «fare politica sui territori e in mezzo alla gente. Con la consapevolezza che noi siamo la fanteria e gli altri sono l’aviazione e hanno i missili supersonici. Anche se alla fine non controllano i territori. E per farlo abbiamo anche lanciato la provocazione della legge elettorale in cui chi vince governa e chi è eletto deve rispondere ai suoi elettori e al territorio. Non come succede adesso».

Niente smottamento e Lega unita

Insomma il recente passato è passato. Il pericolo dello smottamento è scongiurato e anche sulle ventilate divisioni interne Giorgetti ci passa sopra come un treno: «La perdita di voti era nei desiderata di chi monta storie di tutti i tipi. Come anche le divisioni, che non esistono». Anzi il leghista, in apertura d’intervento, ironizza: «L’uscita dal governo ha avuto addirittura un effetto tonificante per quanto riguarda l’entusiasmo. E devo anche dire che in tanti a Roma non capiscono il perché ci sentiamo più sollevati».

Conte, l’incenso e la storia che raccontano

In una delle culle varesine del Carroccio Giorgetti per la prima volta delinea un’analisi dei recenti stravolgimenti politici a Roma e non risparmia il premier Conte: «E’ sorprendente come in questo momento tutti stiano incensando il primo ministro. Troppo incenso fa male. E già accaduto a Mario Monti, poi a Enrico Letta fatto fuori in 48 ore da Matteo Renzi e perfino allo stesso Renzi. Io nei panni di Conte starei bene attento».

E definisce l’uscita dal governo «inevitabile. Siamo andati a casa a testa alta, convinti di aver lavorato bene e di avere fatto tutto ciò che è stato possibile fare. E la conferma di questo arriva dalla persone, tanta gente che ci vorrebbe ancora al governo. Ora però c’è chi racconta tutta un’altra storia. Abbiamo sopportato di tutto e abbiamo provato fino alla fine a portare avanti l’impegno che abbiamo assunto nei confronti dei militanti della Lega, ma anche di milioni di italiani che ci hanno votato. In realtà però non era più possibile andare oltre».

L’attacco alla sinistra e Partito (non) democratico

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