Guerra in Ucraina, il dovere di schierarsi

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di Paolo Caccia

Noi oggi discutiamo, aggiungiamo il nostro pensiero, la nostra voce al coro di proteste contro l’invasione della Ucraina. Non abbiamo potere reale per incidere sui fatti. Tutto questo però non ci esime di aderire e di rafforzare il pensiero, l’azione di quanto fuori dalla Russia gridano al misfatto. Da fine febbraio ci troviamo davanti ad uno stato libero e democratico invaso e martoriato. Questo ci pone di fronte a due concetti di società che di fatto si confrontano: società fondata sulla libertà e la democrazia e società guidata da autocrazia- dittatura. Noi liberi in una nazione democratica non dobbiamo avere dubbi sulla scelta da fare.

Possiamo ricordare gli errori commessi in questi anni, aver pensato che tutto fosse più facile tra le potenze che detengono bombe nucleari, perché lo sviluppo della parte della Russia (più vicina all’Europa) al modello consumistico, fosse la strada per amalgamare anche i processi democratici Molti hanno avviato un approccio anche col potere politico pensando che questo liberismo consumistico modificasse la tendenza latente del principio di grande potenza con aspirazioni di espansione alla grandeur zarista. Ma così non è stato, possiamo anche elencare gli errori fatti dall’occidente, ritenendo superfluo verificare anno dopo anno, che la democrazia parlamentare si rafforzasse anche dove c’erano i semi del nascente zarismo. Abbiamo chiuso gli occhi o abbiamo fatto finta di non vedere, anche in Italia (vedi quante ville comprate,interessi economici avviati in questi 10/15 anni) secondo il vecchio detto latino: pecunia non olet , tutto si adatta.

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Paolo Caccia

Ora che i morti ci gridano: guardaci! Siamo semi- impotenti di fronte ad un uomo come Putin. Questo uomo, così penso si possa ancora chiamare, nella sua mania di grandezza, non si comporta come uno di noi, le proteste e le manifestazioni che vengono dal mondo non lo preoccupano, anzi esaltano il suo delirio di onnipotenza. Alimentano il suo io di onnipotenza, tenendo le distanze dagli altri, negli incontri con gli interlocutori e i grandi subalterni, ad eccezione con le hostess quasi a voler dire io comando e le donne sono con me. Io conto tanto in Russia e sullo scenario mondiale, provate e sfidarmi e vedrete. Chi lo può fermare o essere ascoltato è solo colui che gli offre qualcosa di più per renderlo egemone ed interlocutore temuto. All’esterno penso sia solo la Cina di cui ha sempre chiesto l’appoggio, senza però indicare l’obiettivo finale. Oppure forse il premier Israeliano Bennett, ricordiamoci che il premier Ucraino Zelens’kyj è di origine ebraica, oltre alla forte comunità ebraica in Russia.

All’interno lo può solo una coalizione tra potentati economici, che rischiano di perdere tutto (per loro è imperativo mantenere i vantaggi del potere economico) ed una parte di società russa più forte nelle idee, che sappia risvegliare le paure di una dittatura feroce. Con il popolo che ha avuto morti in questa invasione e che possono suscitare protesta (anche per questo ha pensato di ricompensare le famiglie con tanti rubli). Accanto a questo ci vuole un leader come nella rivoluzione del 1917, che cambiò la storia della Russia. Alleando popolo ed esercito contro i detentori del potere assoluto. Questo uomo è pervaso di “un narcisismo maligno con spinta autodistruttiva “ (dice lo psicanalista Massimo Recalcati) per cui: o cade il suo cerchio magico altrimenti sarà dura!

Circa gli aiuti, militari, come credente mi pongo il quesito: ma la risposta l’ho trovata nel ricordo della mia infanzia.Verso la fine del 1944, allora chierichetto, ero in sacrestia ed aprendo un cassettone in fondo (nel prendere una cotta, indumento del prete per le cerimonie) scorsi dei mitra e munizioni. Il prete Don Angelo, mi disse non hai visto niente, sono per i tuoi amici grandi che sono in montagna: Se vuoi bene a loro non parlarne con nessuno, perché è pericoloso. Oggi ho capito che anche per un cristiano c’è il momento della scelta. Vi erano sacerdoti che per difendere la propria patria e libertà decisero di scegliere, anche se con difficoltà. Ci sono momenti difficili con cui bisogna coesistere e schierarsi, per fermare la catena infinita di odio e di morte che si sta creando. Non per questo bisogna sempre cercare il dialogo, cedendo qualcosa a Putin, (che però salvi l’onore e la vita dei più deboli) scoprendo quello che gli è sufficiente per il suo dominio. Comunque il futuro non sarà più come pensavamo. Nuovi equilibri, nuove alleanze, nuovo strategie. Soprattutto diversi equilibri tra le nazioni, più fragili rapporti da guidare con duttilità giorno per giorno.

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