Guerra, tutti hanno vinto e tutti hanno perso. O quasi

pellerin ucraina russia

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, forse adesso possiamo intravvedere l’inizio della fine. Forse adesso tutti o quasi tutti possono dire di avere vinto e nessuno di avere perso. Beh! Putin dirà di aver denazificato tutto il Sud dell’Ucraina con Mariupol, Kherson e Odessa e lascerà l’assedio di Kiev che alla fine non gli interessava poiché poteva prenderla per fame e per stenti. Si annetterà il Donbass che peraltro ha già preso e tutto il sud dell’Ucraina con i porti, di fondamentale importanza per la marina russa. E poi avrà dato prova di moderazione ritirando il suo esercito che poteva fare molti più danni e disastri, potendo proseguire la guerra verso ovest. Apparirà a est come il vincitore, in ricordo delle glorie russe del secolo appena passato, come il “monarca” duro e spietato che sa badare agli interessi geopolitici del suo paese e come il condottiero che sa mostrare i muscoli al mondo intero, incurante delle catastrofi e dei morti, con un avviso piuttosto esplicito ai paesi della NATO, a quelli del Baltico e del sud dell’Asia, dimostrando inoltre alla Cina, sempre sensibile alla dimostrazione di forza, che la Russia è pronta a rispondere alle provocazioni.

Zelinsky dirà che ha prima resistito e poi respinto l’invasione russa, che ha salvato Kiev e la gran parte del territorio dell’Ucraina ed anche la neonata democrazia. Probabilmente perderà lo sbocco sul mare ma pazienza. L’importante è aver risparmiato molti lutti alla sua gente, la gran parte del suo esercito, aver dimostrato al mondo intero la capacità di resistenza del suo popolo ed anche di essere diventato di buon grado l’eroe che non ha arretrato di fronte alla ferocia dell’orso russo e, anzi, che ha cercato in tutti i modi un accordo per fermare la carneficina. Le sue presenze presso i parlamenti delle democrazie occidentali saranno la testimonianza delle sue “buone” intenzioni e delle sue profferte per un decente armistizio.

pellerin ucraina russia
Ivanoe Pellerin

Anche gli Stati Uniti potranno vantare un intervento decisivo. La NATO, la cui importanza si era un po’ appannata negli ultimi anni, è diventata di nuovo un baluardo di fronte alla minaccia geopolitica che viene da est. I paesi dell’Europa, un po’ disattenti di fronte alle preoccupazioni russe, hanno finalmente preso sul serio il loro ruolo all’interno dell’alleanza, si sono convinti dell’importanza di avere un esercito all’altezza dei tempi reali e non sognati e quindi si riarmeranno, Francia e Germania in testa. Inoltre i paesi europei si sono allineati, più o meno tutti, secondo le direttive d’oltre atlantico e hanno mostrato una notevole compattezza circa le misure messe in campo contro il mercato russo anche se le loro economie sono andate subito in sofferenza, sofferenza che si prolungherà per molto tempo, anche se l’idea beata di un’era di pace finalmente senza difficoltà e soprattutto senza confini si è infranta di fronte all’intransigenza di Putin.

Ma allora, nessuno ha perso? Non è proprio così. Hanno perso i paesi europei che hanno creduto che, dopo la caduta del muro di Berlino, tutto fosse possibile, che l’ombrello della NATO si potesse estendere a dismisura, che persino la Russia potesse far parte dell’alleanza. Un pensiero un po’ stupido, disarticolato dalla lettura della storia recente, dalla visione geopolitica dell’Europa, in fondo un inciucio storico. Ha perso l’Europa che ha visto risorgere la visione politica e geopolitica degli stati, i sovranismi e l’affermazione dei confini che inevitabilmente saranno più stretti e sorvegliati. Hanno perso, invero molto meno, i paesi che sono stati a guardare come l’India e la Cina, chiusi nel loro egoismo, che potevano dire la loro in favore della pace ma che si sono voltati dall’altra parte dimostrando di nutrire un grande interesse per le sorti della Russia degli zar ma di avere uno scarso interesse per le sorti del mondo occidentale. Alla fine anche del loro mondo poiché questo disastro lascerà molte scorie politiche che intossicheranno il prossimo futuro.

Cari amici vicini e lontani, molto di più ha perso la democrazia che si credeva ormai l’unica forma di governo alla portata di tutti i paesi ma che ha dovuto venire a patti con i potenti del mondo, avventurieri, despoti e autocrati, dimostrando una terribile difficoltà ad affrontare i problemi di questo millennio. Ha perso l’occidente che si autoflagella di continuo, che si ritiene responsabile dei mali del pianeta, che non sa più affermare i propri valori e la propria cultura, che dovrà d’ora in poi confrontarsi con le nuove sfide che il mondo, che non lo riconosce come orizzonte da raggiungere, quasi certamente metterà in campo. Xi Jinping non ha nascosto di credere che l’occidente sia ormai in declino. 

Dopo Sarajevo, dopo Baghdad, dopo Kabul, proprio quando cercavamo di dimenticare gli orrori della guerra e dei disastri del Novecento, ecco che i fantasmi dei morti e delle distruzioni sono risorti e ci sono venuti incontro. Forse allora occorre fermarci, riflettere e mettere ordine. Forse la storia non insegna ma permette sempre un’altra occasione. Occorre saperla cogliere.

pellerin ucraina russia – MALPENSA24