Il centrodestra rinato per calcolo e la fallita “mignottata”

centropdestra provincia agorà

Nella consueta lenzuolata domenicale su Facebook , l’associazione Agorà, l’azionista di maggioranza di Forza Italia in provincia di Varese, sottolinea la disattenzione dei “retroscenisti de ‘noantri” nell’analisi politica degli avvenimenti locali di questi ultimi giorni. Per dirla in chiaro, la stampa non avrebbe messo in debito risalto l’azione dei berlusconiani nel ricompattare il centrodestra. Al punto che lo schieramento a supporto di Emanuele Antonelli presidente a Villa Recalcati, Lega e Polo civico delle libertà, risulterebbe per l’estensore dell’intervento (il mullah Nino Caianiello?) addirittura una sorta di laboratorio politico in chiave nazionale.

Cercando di girare alla larga dalle polemiche e nel massimo rispetto delle altrui opinioni, pure al netto dei piccati giudizi sui giornalisti che non rispondono ad alcuno se non a loro stessi, ci si consenta di ricordare che quanto scaturito dalle trattative per le elezioni provinciali del 31 ottobre va ascritto principalmente alla Lega. Già in pieno periodo ferragostano, il segretario nazionale dei salviniani, Paolo Grimoldi, ha annunciato l’intenzione di riproporre in Lombardia la coalizione di centrodestra. Per un semplice motivo: il sistema di voto di secondo livello, alla luce degli attuali equilibri nei singoli comuni, non garantisce un risultato sicuro per la Lega. Obbligata quindi ad allearsi con i suoi tradizionali partner, essendo i Cinque Stelle residuali nelle città e nei paesi della regione.

Di più. In Provincia di Varese, la Lega ha ragionato in termini strategici: lasciamo pure il candidato presidente ai forzisti in cambio di posti apicali in enti, fondazioni, consorzi. Accordi sottoscritti ai livelli più alti, tant’è vero che, all’inizio, leghisti e forzisti del Varesotto erano già arrivati allo scontro, poi rientrato per i diktat delle segreterie nazionali.

E ancora. Presiedere una Provincia è oggi un azzardo per tutto quel che si sa: non ci stupiremmo se la Lega avesse calcolato anche questo aspetto, tutt’altro che irrilevante alla luce dei tanti e gravi problemi irrisolti dal centrosinistra a Villa Recalcati.

Diamo merito a Emanuele Antonelli di aver accettato una simile patata bollente, se mai dovesse essere eletto com’è probabile, e affrontiamo la questione dei civici passati col centrodestra. Forza Italia se ne intesta il merito e canta vittoria. Ma qui c’è poco da menare il torrone: Esperienza civica non è stata capace di formare una sua lista che si sarebbe posta a metà tra centrodestra e centrosinistra. Per dirla con uno dei suo esponenti, avrebbe realizzato una “mignottata” da Prima repubblica, schierandosi poi a urne chiuse con la coalizione che avrebbe ritenuto più congeniale ai suoi ideali.

Il progetto è fallito per la resa di alcuni sindaci davanti alle pressioni sia del Pd (la parte contigua a Davide Galimberti, sindaco di Varese) sia di Forza Italia e Lega, mossi dalle stesse ragioni e uguale obiettivo: disinnescare la mina civica. Il salto della quaglia di Marco Magrini, schieratosi col centrodestra dopo quattro anni di collaborazione in Provincia a sinistra, è lo sbocco camaleontico e opportunistico di un lavoro concentrico dei partiti tradizionali sulla sua persona. Il resto sono chiacchiere buone per i gonzi. Non per i “retroscenisti de ‘noiantri” che alle logiche della politica politicante sono abituati da tempo. Molto prima che qualcuno cercasse di truccare la scena.

Centrodestra provincia agorà – MALPENSA24