Il compleanno: Salvini festeggia a Varese, l’altra Lega a Gemonio

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Matteo Salvini e Umberto Bossi: c'eravamo tanto amati

VARESE – L’annuncio è firmato da non meglio precisati “Uomini liberi del Nord”. Chiama a raccolta per sabato 13 a Gemonio i fedelissimi di Umberto Bossi “per ringraziare l’uomo che 40 anni fa ci ha regalato un sogno di cambiamento e non ha mai smesso di lottare per il nostro futuro e quello dei nostri figli”. Raduno che si contrappone alla festa ufficiale per il compleanno della Lega (atto di fondazione il 12 aprile 1984) in programma domenica mattina a Varese, presente Matteo Salvini, nella storica piazza del Garibaldino che ospita la sede padana da cui tutto è cominciato.

Per dirla in un altro modo, quella di Gemonio, dove abita il Senatur, ha i contorni di una manifestazione di dissidenti, contrapposti alla linea salviniana, dalla quale emerge una Lega diversa nella sostanza dal movimento che quattro decenni fa prese le mosse nello studio varesino della notaio Franca Bellorini. Tutta un’altra roba, insomma, lontana dalle originarie istanze secessioniste e poi federaliste, persino affrancata dalla questione settentrionale che richiamò alle urne l’elettorato nordista e sostenne per diversi anni l’idea di una “Padania libera”. Sempre che esista davvero la Padania: se le cartine geografiche non la riconoscono, fu proprio Bossi a indicarne i virtuali confini e le illusorie aspirazioni.

Oggi eccoci qui, quarant’anni dopo, con Salvini che prova a recuperare, quanto meno in linea di principio, alcuni di quegli obiettivi per non perdere altri consensi alle prossime europee. Eccoci qui con un dissenso materializzatosi in gruppi che, via via, sono andati costituendosi per approdare nel Comitato del Nord, coordinato da Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda, e nel partito popolare del Nord dell’ex ministro Roberto Castelli. Senza dimenticare la recente lettera di dirigenti del Carroccio, di parlamentari ed ex parlamentari in dissenso col segretario federale. Vale per tutti la dichiarazione di Giuseppe Leoni, uno dei sei pionieri leghisti del 1984: “Eravamo partiti per arrivare all’autonomia e al federalismo e siamo arrivati, invece, al fascismo. C’è ancora speranza anche se Salvini ha cambiato rotta a 180 gradi”.

Salvini, appunto. Secondo i dissidenti si sarebbe mosso in ritardo, organizzando in corsa l’incontro celebrativo di domenica 14 a Varese. Vero? Falso? Scrive il Capitano su un foglio distribuito ai militanti: “Siamo una grande comunità in cammino, nel solco del nostro fondatore Umberto Bossi e dell’indimenticabile Roberto Maroni”.  Di suo pugno avrebbe vergato l’invito a presenziare domenica allo stesso Bossi. Qualcosa più di un atto dovuto. Si attende la risposta.

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