Il governo nasce nonostante Berlusconi

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di Gian Franco Bottini

Nelle scuole calcio di una volta si diceva che nei primi anni era più importante insegnare ai ragazzini a saper perdere prima ancora che a saper vincere. Temprarsi nelle difficoltà delle situazioni negative dava ai giovani atleti il carattere per saper lottare per emergere. Una lezione da proporre anche ai politici della nostra sinistra, che stanno francamente dimostrando poca “sportività” post-elettorale, a conferma di un difficile percorso di ricostruzione del quale il Paese ha necessità. Non si fortifica una democrazia laddove una minoranza, seriamente attestata sui propri valori, non si contrapponga ad una maggioranza che altrimenti potrebbe debordare nell’interpretazione del proprio ruolo; di questo anche il nostro Paese ha assoluto bisogno.

Ma la situazione più curiosa del post-elezioni, o meglio del pre-governo, è quella di Forza Italia, o meglio di Silvio Berlusconi, che dichiarandosi da una parte giustamente “vincente” si comporta dall’altra come un astioso “perdente”, creando uno scenario di difficoltà che spinto all’eccesso potrebbe addirittura  far pensare all’intendimento di non voler far nascere un governo, che anche da lui promosso,  “purtroppo”, dal suo punto di vista, non sarà da lui guidato.

Prima di ipotizzare le radici delle dichiarazioni e delle azioni di questi giorni del Cavaliere, sarà bene però non dimenticare il drammatico contesto, sociale ed economico, nel quale il Paese si stà dibattendo e il dovere di chi ha vinto di formare un governo che rapidamente ed in maniera coesa entri in azione.

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Gian Franco Bottini

Crediamo che alla fine, anche di fronte alla determinatezza del probabile premier Meloni, le cose andranno a compimento nei tempi dovuti e magari non proprio come Berlusconi pretende; certo è che lui , con i suoi comportamenti, pare non rendersi nemmeno conto dei danni che sta creando. Danni al suo partito che, già ridotto ai minimi termini, rischia una ulteriore spaccatura dovuta sia alle sue esternazioni in fatto di politica estera, dissonanti con le posizioni della sua coalizione, e sia per la sua conclamata volontà  di continuare a condurre il partito con l’antica visione di  partito “di famiglia”. Si ha l’impressione che qualcuno un giorno o l’altro gli presenterà il conto!

In ambito europeo danni al Paese, che già in odore di sospetto per la nuova maggioranza si trova a giustificare lo schierarsi chiaramente su posizioni filo putiniane del leader della parte che si è sempre proclamata “di garanzia” .

Danni alla credibilità e alla tenuta del governo stesso, che vede messa a nudo la capacità di fare delle “mattane” anche da parte di Forza Italia, oltre che del collaudato Salvini, oggi strisciante e silente, ma solo fino al consolidamento delle sue “poltrone”.

Ma allora,ci si chiede, che natura hanno le esternazioni di Berlusconi che nel corso degli anni, ad essere onesti, in più occasioni si è dimostrato elemento equilibratore anche in situazioni di difficile soluzione? Si potrebbero ipotizzare interessi personali che lo legano alla Russia; si potrebbe pensare ad uno  scellerato proseguimento della campagna elettorale, sull’onda di un crescente dissenso popolare verso una guerra incomprensibile e ad un’Ucraina “dura a morire”; si potrebbe ipotizzare una reazione rabbiosa ed esagerata verso l’asse Meloni-Salvini che lo stava trattando da “garzone”.

Noi francamente pensiamo che, nel suo diarroico blaterare di questi giorni, ci sia poco di politico e molto di personale; un pensiero chiaramente avallato da lui stesso, tra il serio e il faceto, in una delle sue tante affermazioni “in Europa  non esistono più leader, salvo il sottoscritto”.

Nessuno vuole disconoscere certi  meriti del suo passato politico (ad ognuno le proprie opinioni!), ma nemmeno si può disconoscere la sua attitudine al protagonismo, un tempo temperata dalla saggezza di suoi consiglieri che oggi appaiono accantonati a favore di un ben più modesto drappello di “dame di compagnia”. Nel “teatrino della politica” che il Cavaliere ha spesso, anche giustamente, svillaneggiato, lui  si è trovato ad essere un comprimario, con una incontenibile ribellione del suo amor proprio; da ciò delle reazioni inconsulte e uscite verbali fors’anche millantatorie, incurante delle conseguenze provocate ma destinate unicamente a soddisfare il proprio ego da protagonista.

Berlusconi non si sa convincere che le parti da “attor giovane” non sono più alla sua portata e come succede anche ai grandi interpreti della scena, meglio sarebbe che si rassegnasse a più adeguate parti da “padre nobile”,  delle cui esperienza c’è comunque sempre necessità. Nel Paese delle bollette, della povertà crescente, delle imprese in difficoltà, doversi anche sobbarcare i danni delle frustrazioni personali dei personaggi politici appare una cosa  inaccettabile.

Il governo Meloni probabilmente nascerà, ma, ancor più di  come prevedile, il premier dovrà sempre attentamente guardarsi alle spalle da due compagni di viaggio, Lega e Forza Italia, tutt’altro che coesi in casa loro ma capaci di scaricare in ogni momento, sul governo stesso, le loro irrisolte tensioni .

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