BUSTO ARSIZIO – Bea ha 12 anni, dal 2018 è sulla carrozzina a causa di una lesione cervico dorsale che l’ha resa paraplegica. Bea frequenta la seconda media all’ istituto Comprensivo Bertacchi; per andare in bagno, che è al primo piano della scuola, deve affidarsi al servoscala. Che è guasto e non funziona. “Mancano i pezzi ricambio” dice sconsolata la mamma Ilaria, che ha raccontato questa storia su Facebook. “Ho inviato mail al sindaco Emanuele Antonelli, agli assessori competenti, all’Agesp, ma nessuno sinora mi ha risposto. Sono delusa”. Non potrebbe essere diversamente rispetto a una vicenda che sembra arrivare da un altro mondo, lontano anni luce dalla pragmatica e solidale Busto Arsizio.
“Mancano i pezzi di ricambio” ribadisce a Malpensa24 la signora Ilaria per sottolineare un problema reale, quasi volesse giustificare l’inefficienza pubblica. “Me lo ha spiegato la dirigente scolastica – continua – che si è subito prodigata per trovare una soluzione. Le devo essere grata, assolutamente. Dico di più: grazie a lei, mia figlia ha potuto limitare i disagi: la sua classe occupa l’unico locale disponibile al piano terra. Dove però non ci sono i servizi, collocati al piano superiore. Così, in questi giorni di pioggia, per andare in bagno è costretta ad uscire nel cortile e essere accompagnata ai servizi della palestra. Non mi sembra accettabile di fronte alla grave disabilità di Beatrice”.
Al post su Facebook fanno corona una marea di like e di commenti. Tutti orientati in una direzione, com’è scontato. Anche perché il servoscala in questione è già stato oggetto di numerosi stop negli anni, di riparazioni e di manutenzioni varie. Insomma, è obsoleto, al punto che non sono più sul mercato nemmeno i pezzi di ricambio. Sostituirlo con uno nuovo? Certo, ma si sa come vanno le cose con la burocrazia degli enti pubblici. Le pratiche si trascinano per settimane, fors’anche per mesi, se non per anni. Intanto alla Bertacchi il problema c’è, eccome.
Problema che si aggiunge al problema: i silenzi di chi comanda a Palazzo Gilardoni, che si scontrano con la legittima esigenza di ottenere spiegazioni plausibili. Silenzi che sembrano quasi una fuga da precise responsabilità sociali. Forse basterebbe una risposta, una presa di posizione, una frase di circostanza per rendere meno pesante la vita scolastica di una ragazzina paraplegica e per consolare, se mai fosse possibile consolarla, una mamma che si batte per ottenere doverosa attenzione.
Il post pubblicato su Facebook dalla mamma di Bea
Piove e … oggi Bea per andare in bagno a scuola ha messo la giacca ed è passata dal cortile in parte bagnandosi. Dal 12 settembre Bea ha usato il servo scala un giorno e mezzo, il 19 e il 20 settembre. Lungimirante la dirigente che ha messo la classe di Bea nell’unica aula al piano terra. La dirigente continua a chiamare per sollecitare, io ho mandato mail , agli assessori al sindaco,in agesp … ma siamo al 30 settembre e nulla si sta muovendo. Si parla tanto di abbattimento delle barriere ma in questo caso le barriere sono state messe non tolte e non solo a Bea ma a tutta la classe, nessuna aula di laboratorio è accessibile senza servo scala. Tanti dicono rivolgiti ai giornali, se mi rivolgessi si rovinerebbe il nome della scuola e non di chi non sta operando per far andare almeno in bagno Bea senza bagnarsi o prendere freddo. Sono molto delusa. Bea è in seconda “media” il servo scala è dallo scorso anno che ha problemi, prima non so, va cambiato cambiamolo e nel frattempo se ne trovi uno a noleggio.Questa mattina appena ho sentito la pioggia non vi dico la mia reazione .Chiedo solo che Bea e gli altri ragazzi possano andare a scuola come gli altri. Forse c’è chi spera nel miracolo, sarebbe bellissimo rivedere Bea camminare ma … non è così o meglio se un giorno succederà saremo felicissimi ma guardiamo il momento. Scusate lo sfogo ma da mamma vedere mia figlia uscire dalla classe, mettersi la giacca, uscire sotto la pioggia per andare a fare la pipi non è molto bello anzi…