Prof sospesa a Palermo: i docenti di Gallarate la difendono

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GALLARATE – Il mondo scolastico e universitario tutto si è levato per protestare contro la sospensione dell’insegnante di Palermo per omesso controllo su una ricerca dei suoi alunni: ad esprimere la loro solidarietà anche un gruppo di docenti dei licei Pascoli e Da Vinci di Gallarate, che si uniscono ai colleghi di tutti Italia nel chiedere che venga revocato il provvedimento disciplinare nei suoi confronti.

Accostate leggi razziali al decreto sicurezza

Lo scorso 11 maggio Rosa Maria Dell’Aria, docente di Italiano e storia all’Istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo, è stata sospesa per quindici giorni dall’ufficio scolastico provinciale per mancato controllo su una ricerca di alcuni suoi alunni che, nel corso della Giornata della memoria, avevano prodotto un video in cui accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Venuta fuori la vicenda, è stata avviata un’ispezione  all’ufficio scolastico provinciale di Palermo a cui è seguito il provvedimento di sospensione dell’insegnante, che ha definito l’accaduto «la più grande amarezza e ferita della mia vita professionale», spiegando come il lavoro fosse frutto dell’ingegno assolutamente libero degli studenti: «Il mio modus operandi è cercare che i ragazzi si formino un pensiero libero, critico, che siano attenti ai fatti della realtà e che imparino a ragionare e a pensare. Che si formino delle opinioni».

Le firme di 83 insegnanti

In tutta Italia si è levato il Teacher Pride, con associazioni universitarie, docenti e studenti che si sono rivolti al premier Conte per il ritiro della sospensione. Ad aderire anche gli insegnanti dei licei gallaratesi che hanno manifestato la loro solidarietà ribadendo «l’importanza di un confronto libero ed aperto nella scuola, anche a costo di correre il rischio, inevitabile lungo un cammino di formazione, di interpretazioni parziali o superficiali, che possano però essere occasione di discussione costruttiva, nella consapevolezza che la maturazione di un pensiero critico, compito primario della scuola, può avvenire solo là dove si eserciti libertà di espressione, senza timore di reazioni sproporzionate rispetto ai fatti». Alla nota, sono allegate le firme degli 83 insegnanti che hanno sottoscritto l’appello con cui si richiede «che venga prontamente revocato il provvedimento disciplinare assunto nei confronti della collega».

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