La Secondo Mona di Somma celebra Italo Balbo con le “Serate aeronautiche”

secondo mona italo balbo

SOMMA LOMBARDO – «Come spesso accade con molti grandi personaggi, la figura di Italo Balbo si mise in luce nel periodo sbagliato e nel posto sbagliato tanto che oggi è offuscata e liquidata con il pretesto del fascismo, considerato come uno dei periodi più negativi della nostra storia che molti preferiscono dimenticare». Così viene presentato Italo Balbo, protagonista della decima edizione delle “Serate aeronautiche” organizzate in Castello a Somma Lombardo  dalla Seconda Mona, con il sostegno del Savoia Marchetti Historical Group, della Fondazione Visconti di San Vito e dell’assessorato alla Cultura. L’appuntamento è per il 16 maggio alle 21 nella Sala d’Aragona.

L’aviazione per Italo Balbo

Luigi Bonomi, Factory historical museum supervisor della Seconda Mona, ha scelto ancora una volta Fabio Morlacchi come relatore, affiancato da Filippo Meani. Che spiegano: «Per Italo Balbo volare era misticismo: il pilota era il cavaliere dell’aria, i grandi duelli medioevali basati sull’onore, il rispetto e la lealtà si erano spostati nei cieli dove non esistevano vinti o vincitori ma importava entrare nella storia. Con lui l’Aeronautica diviene Forza Armata moderna, la famosa Regia Aeronautica, strutturata e rigidamente controllata, con una massiccia e continua innovazione dei sistemi di volo e di navigazione aerea».

La ricostruzione dell’S.55 X

Da tre anni Volandia sta realizzando un sogno: ricostruire in scala reale l’S.55 X, l’idrobombardiere che solcò l’Oceano Atlantico nella memorabile trasvolata di Italo Balbo e che, come tale, divenne uno dei simboli dell’aeronautica militare e del progresso tecnologico amplificato dalla propaganda fascista. Fu la famosa Crociera aerea del decennale, la  Orbetello-Chicago-New York-Roma, realizzata con venticinque idrovolanti della Siai-Marchetti, organizzati in otto squadriglie. L’unico esemplare di S.55 attualmente esistente è il Jahú, così soprannominato dal suo ultimo proprietario, l’aviatore João Ribeiro de Barros, ed esposto al Museu Tam di San Paolo. Ecco dunque la pazza idea lanciata dal Parco e museo del volo (non nuovo a imprese impossibili diventate realtà) insieme al Savoia Marchetti Historical Group, il Gruppo lavoratori seniores Siai Marchetti e l’associazione Amici di Volandia: far rivivere l’S55 a Volandia. Un’impresa ancora più difficile perché si tratta di un idrovolante dall’aspetto tutt’altro che convenzionale, un monoplano bimotore a doppio scafo e a doppia trave di coda. L’obiettivo dichiarato è completare la replica dell’S.55 entro il 2023.

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