Le cinque giornate di Attolini. Che resiste al suo posto e spiazza il centrodestra di Busto

BUSTO ARSIZIO – Dopo il caso Hitler, finito alla ribalta nazionale, Francesco Attolini è ancora al suo posto, amministratore unico di Agesp Energia, la società di commercializzazione del gas e del teleriscaldamento di Busto Arsizio. E il centrodestra di Busto rimane chiuso in un silenzio imbarazzato (e un po’ imbarazzante): ogni tentativo di convincere Attolini a fare un passo indietro finora è andato a vuoto.

Il primo giorno

Ancora nessuna rivoluzione al vertice di Agesp Energia, insomma: le “cinque giornate” di Francesco Attolini stanno diventando sinonimo di resistenza. Di dimettersi dall’incarico, come richiesto fin da subito dal Pd di Busto, non ne ha alcuna intenzione. Sono passate ormai cinque giornate. Perché tutto è iniziato sabato scorso, 7 ottobre, giorno della fatidica pubblicazione di quel post con l’immagine della montagna da cui, per un effetto ottico, tutti vedono stagliarsi la figura di Adolf Hitler con il braccio alzato. Era lo stesso giorno in cui in Fratelli d’Italia era scoppiato il caso del messaggio mandato in chat dallo stesso Attolini a Max Rogora, invitandolo senza troppi giri di parole a lasciare il partito in cui, dopo l’altro messaggio scottante in cui l’ex leghista dava del “pirla” al Re (riferito evidentemente al sindaco), non era più gradito.

Il caso ancora aperto

Da quel primo giorno in pochi si accorgono del post montano-hitleriano – uno dei primi like arriva da Checco Lattuada, altro storico esponente della destra bustocca – e il caso esplode solo lunedì 9 ottobre, il terzo giorno, con un comunicato indignato del Pd di Busto che chiede le dimissioni di Attolini da Agesp Energia e la presa di distanze del sindaco Antonelli e della stessa Agesp che controlla al 100% la società del gas. È bufera, e la notizia travalica rapidamente i confini bustocchi. La prima presa di distanza arriva dal coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini, che revoca ad Attolini l’unico incarico di partito fuori Busto, il ruolo di commissario a Samarate. Il centrodestra di Busto opta invece per il silenzio, e lavora ai fianchi Attolini per convincerlo alle dimissioni. Scegliendo di lasciare la “palla” in mano a Fratelli d’Italia per risolvere la questione. Attolini, sospeso da ogni incarico anche dal Circolo di Busto di cui è fondatore, però nega tutto – «Macché Hitler. In quel paesaggio di montagna ognuno ci vede quel che vuole, da Charlie Chaplin o un’ iguana» – e resta al suo posto di amministratore unico di Agesp Energia. Nemmeno il faccia a faccia con il sindaco Emanuele Antonelli – ieri mattina, 11 ottobre, al giorno 5 – lo avrebbe convinto a fare il passo indietro. E il centrodestra rimane trincerato nel silenzio, come peraltro le opposizioni di Busto, che dopo la richiesta di dimissioni del Pd non hanno più proferito parola.

La resistenza di Attolini

Passate le “cinque giornate”, si attende una svolta che non arriva. Oggi, giovedì 12 ottobre, in Agesp Energia è in programma la consegna del ricavato in beneficenza dell’Agesp Run alle associazioni prescelte, e ci si chiede se a compiere il gesto sarà l’amministratore unico in carica Francesco Attolini. Perché al momento tale è, nonostante il pressing che va avanti sin da lunedì. «Sì ok ha fatto una puttanata – la difesa provocatoria di Checco Lattuada sui social – ha sbagliato? Ha fottuto la cassa integrazione? Ha rubato? Ha ucciso? Ha stuprato? Ha frodato? Ha abusato del suo ufficio? Ha corrotto? Ha fatto una puttanata». È la tesi del “peccato veniale“, che propugna una parte del Circolo cittadino di Fratelli d’Italia. Ma la guida di Agesp Energia, in un momento delicato come quello dell’aggregazione con Acinque, è una poltrona che scotta.

Destituzione?

E da più parti ci si chiede perché Attolini non venga destituito. Le verifiche legali sono già state fatte. Ma pesano, da un lato, il timore che possa nascerne un contenzioso per ingiusta rimozione dall’incarico, e dall’altro il fatto che Attolini, in caso di defenestrazione da Agesp Energia, tornerebbe ad essere “eleggibile” per un posto in consiglio comunale come primo dei non eletti in caso di promozione in giunta di uno dei consiglieri di Fratelli d’Italia quando dovesse esserci il rimpasto di giunta. Così si punta ad una soluzione “bonaria” della questione per evitare il rischio, in futuro, di avere un consigliere fuori controllo. Le cinque giornate intanto sono passate, e il caso è tutt’altro che chiuso.

busto arsizio francesco attolini – MALPENSA24