Legnano, monta la polemica Brumana-sinistre: «Ferme al Muro di Berlino»

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LEGNANO – Che sarebbe stata una legislatura poco tranquilla lo si poteva immaginare, con i tanti problemi aperti in agenda, dopo un anno e mezzo di commissariamento, nel pieno dell’emergenza sanitaria e con un manipolo di oppositori in Consiglio pronti a fare le pulci su tutto. La riprova che l’Amministrazione Radice non avrà vita facile la si ha già dando un’occhiata all’ordine del giorno del secondo Consiglio comunale “vero” in programma sabato prossimo, 28 novembre: ben 22 punti, di cui 6 interrogazioni e 12 mozioni dei gruppi di minoranza. Due delle interrogazioni sono state presentate dal Movimento dei Cittadini, sull’attuazione dei Progetti utili alla collettività (Puc) svolti dai percettori del reddito di cittadinanza e sulla gestione del servizio abitativo pubblico e del servizio recupero crediti delle morosità alla società Euro.Pa. Il consigliere dell’MdC Franco Brumana però non si ferma qui. In una lunga nota diffusa oggi, domenica 22 novembre, rinfocola la polemica con il centrosinistra sulla ripartizione dei posti al vertice delle 9 commissioni consiliari e sulle parole che ne sono seguite dalla maggioranza.

«Pd e liste connesse vogliono un’opposizione di comodo»

«Il Pd e le liste connesse – attacca Brumana – hanno sentito l’esigenza di esprimere una reprimenda verso le minoranze consiliari, ree di non aver accettato la munifica disponibilità a cedere loro due presidenze e due vice presidenze delle commissioni. Il comunicato congiunto è una manifestazione di alterigia e di arroganza, ma soprattutto è fuori luogo perché superato dagli eventi. Infatti, a seguito del rifiuto della spartizione, le riunioni delle commissioni e le votazioni sono avvenute con una forma corretta. La diatriba poteva essere così ritenuta felicemente conclusa, ma il Pd e le liste connesse (Insieme per Legnano, Legnano Popolare e riLegnano, nda) non hanno gradito il rifiuto della spartizione e si sono indispettiti al punto da predisporre uno stizzoso comunicato che richiama alla mente i comunicati dei partiti al potere nelle cosiddette democrazie popolari prima della caduta del Muro di Berlino (nella foto in alto, le celebrazioni per i 40 anni della Ddr, poco prima della sua caduta). Fortunatamente il contesto è diverso e i dissenzienti non devono temere di essere incarcerati per sabotaggio».

«Nessuna propaganda, ma fatti distorti»

Per il consigliere civico «l’accusa di un eccesso di propaganda è talmente ridicola da non meritare commenti. È sufficiente considerare i quotidiani “Buongiorno Legnano” dei video diffusi dal sindaco con messaggi di generici buoni propositi. Il comunicato ha distorto i fatti allo scopo di mettere in cattiva luce i suoi interlocutori e non ha risposto alle critiche in modo coerente. Ha esteso a tutte le minoranze una infelice dichiarazione di un giovane e inesperto consigliere (la richiesta delle minoranze di una carica in più per meglio suddividere le presidenze e vicepresidenze e per “non compromettere i fragili equilibri tra le opposizioni”) e ha taciuto in malafede sull’immediato rifiuto del Movimento dei Cittadini a partecipare alla spartizione. Il Pd e le liste collegate, essendo abituati a logiche di accordi partitici e faticando a comprendere comportamenti diversi, si sono immaginati che tra le minoranze vi sia un qualche equilibrio da tutelare. Prendano atto che questa loro fantasia non corrisponde al vero e che non esiste un cartello delle minoranze». Ancora, le sinistre «sostengono che sarebbero state definite di “serie B” le questioni trattate dalle commissioni dello sport e della salute per cui avevano offerto la presidenza; in verità questa opinione appartiene al Pd e alle sue liste, che hanno dichiarato che le presidenze in offerta erano solo quelle delle commissioni sport e salute, che evidentemente per loro occupano gli ultimi posti nella classifica delle commissioni. Hanno poi dichiarato che i presidenti delle commissioni dovrebbero avere solo il compito di chi “è chiamato a lavorare a fianco degli assessori”: esprimono quindi chiaramente che il rapporto tra il presidente e l’assessore debba essere di servizio e dovrebbe escludere una funzione critica». Infine, Brumana lamenta la mancata risposta alla sua richiesta di una commissione di indagine sulla gestione di Accam, su cui annuncia che insisterà.

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