L’imprenditoria varesina perde Danilo Carabelli. Impegno nel sociale e nello sport

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SOLBIATE ARNO – E’ scomparso questa mattina, sabato 22 settembre, dopo una lunga malattia contro la quale ha combattuto fino all’ultimo, l’imprenditore Danilo Carabelli. Una figura a cui è legata la storia recente del sistema industriale varesino e quella della comunità di Solbiate Arno.
Classe 1931, Danilo Carabelli è stato per due volte Presidente dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Varese. La prima volta dal 1975 al 1979. Poi dal 1985 al 1989. Anni decisivi per l’associazionismo imprenditoriale del territorio durante i quali venne costruita la fusione con l’Unione Bustese degli Industriali. Alla fine del suo ultimo mandato, proprio nel 1989, nacque infatti l’attuale Unione degli Industriali della Provincia di Varese, fortemente voluta proprio dallo stesso Danilo Carabelli.

Comerio: “Un esempio per tutti”

“Danilo Carabelli – dichiara il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio – rappresenta e rappresenterà anche in futuro un esempio per tutti gli imprenditori del nostro territorio e non solo.  Un uomo di grande generosità, pieno di interessi e riflessivo. Ha sempre interpretato il proprio ruolo di titolare di impresa con la convinzione che ad esso fosse indissolubilmente legato quello di un impegno civico da donare alla propria comunità di riferimento. Sia quella economica, sia quella sociale della sua Solbiate Arno. L’Unione Industriali gli deve molto e, piangendo oggi la sua scomparsa, ne vuole ricordare la grande statura di imprenditore lungimirante e illuminato che credeva fermamente nella vita associativa”.

Fu tra i fondatori della Liuc

Centrale il suo ruolo, come imprenditore e come esponente dell’Unione Industriali, nella nascita della LIUC – Università Cattaneo.
“Credeva fermamente nei giovani e nel compito che l’imprenditoria locale deve assumersi nella costruzione di un futuro per le nuove generazioni. Non ha semplicemente sostenuto il progetto della nostra Università, ne è stato anche un motore propulsore, pieno di idee che poi si sono trasformate in progetti concreti di cui oggi possono beneficiare molti ragazzi. Un interesse vero e profondo che ha nutrito fino all’ultimo. Fino a quest’estate lo si poteva incontrare qui tra i nostri corridoi e nei nostri spazi”, ricorda il Presidente della LIUC – Università Cattaneo, Michele Graglia.

I colori nero azzurri

La storia imprenditoriale di Danilo Carabelli è legata a nomi di aziende come il Calzificio Carabelli e Mabu Jersey, fino al presente rappresentato dalla Fadis, realtà in piena espansione del settore meccano-tessile, di cui è stato fino all’ultimo Presidente, affiancando nella gestione i suoi quattro figli: Raffaella, Giuseppe, Debora e Elena, che lascia insieme alla moglie Jessica.
Tutte imprese di Solbiate Arno, paese a cui ha dedicato tutta la vita, non solo come imprenditore.  “Grande interista”, come ricorda chi lo conosce, ha contagiato la città con la sua passione per il calcio portando, da Presidente, la Solbiatese ad un passo dalla Serie B. Erano i gloriosi anni Sessanta di una squadra che, forse non casualmente, portava i colori nero e azzurri.
“Danilo è stato un riferimento per tutto il nostro paese, sempre vicino alla parrocchia, all’asilo al mondo del volontariato e dell’associazionismo ed ispiratore di iniziative portate avanti guardando alle persone in difficoltà e ai più deboli”. Così ricorda suo suocero, l’imprenditore solbiatese Marco Riganti.
Anche in questo caso l’impegno sociale è stato sostenuto da Danilo Carabelli fino all’ultimo. Basti pensare al ruolo di Presidente onorario dell’Avis e al progetto, da poco portato a termine, del recupero della Mensa Carabelli, messa poi a disposizione della comunità di Solbiate Arno.
“Il mondo dell’impresa si stringe intorno alla famiglia e ai concittadini solbiatesi. Perdiamo oggi un uomo di grande valore e fermi principi”, chiosa il Presidente dell’Unione Industriali, Riccardo Comerio.
I funerali si terranno, lunedì 24 settembre, alle ore 15.00, nella Chiesa Parrocchiale di San Maurizio a Solbiate Arno.

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