Mancato controllo e nomina di Frigoli: opposizioni di Castellanza all’attacco

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CASTELLANZA – C’è chi attacca sul fronte dell’inchiesta in corso sulla Castellanza servizi, chi sul fronte politico e chi su quello amministrativo. Le minoranze di Castellanza tornano ad agitarsi e ad agitare lo scenario cittadino. E lo fanno in una conferenza stampa in cui sparano ad alzo zero sul sindaco Cerini e sull’amministrazione, «poiché avrebbero dovuto esercitare un’azione di controllo», dice Michele Palazzo e sulla nomina di Frigoli: «Finalmente dopo tre anni e mezzo sono usciti allo scoperto. Partecipiamo è una giunta di centrosinistra. Lo dimostra la nomina in Castellanza Servizi. Una nomina politica visto che Livio Frigoli è sempre stato di quell’area politica», aggiunge Giovanni Manelli.

E ora che fanno?

La domanda è rivolta a Giuliano Vialetto e Claudio Caldiroli, oggi assessori con la Cerini e un tempo in giunta con la sindaca Maria Grazia Ponti, della quale furono tra i due scudieri più fidati. E a porla sul tavolo sono proprio Manelli e Palazzo: «Cosa faranno questi due assessori ora che è stato nominato Livio Frigoli, ovvero colui che fece cadere la Ponti? Dovrebbero dimettersi a questo punto, ma non lo faranno».

Mancato controllo

L’inchiesta sulla Castellanza servizi è il punto su cui batte il martello delle minoranze. Michele Palazzo, Marinella Colombo e Angelo Soragni (Lega), Giovanni Manelli e Romeo Caputo concordano: «In questi anni c’è stato un mancato controllo su come operava la partecipata del Comune è questo è un fatto molto grave. Lo dimostra lo stesso segretario comunale che ha già inviato almeno sei richieste per avere documenti senza aver mai ricevuto risposta».

I dubbi di Marinella Colombo

La consigliera della Lega Marinella Colombo, che in passato ha avuto un ruolo nella partecipata e che conosce molto bene sotto il profilo professionale il direttore della Castellanza Servizi Ramolini, oggi agli arresti domiciliari, esprime dubbi «sul fatto che le cose siano come emergerebbe dalla carte. E se poi fosse vero sarebbe solo una questione personale di una persona che si è comportata come non avrebbe dovuto». Insomma difende la società a dispetto di qualche consigliere di minoranza che invece vorrebbe chiuderla (anzi, non avrebbe voluto nemmeno aprirla). Colombo poi conclude dicendo che «Il problema non è la società quindi, ma il rapporto tra la società e Palazzo Brambilla, poiché ultimamente, anche con l’amministratore Veronelli, la Castellanza servizi funzionava più come fosse un’azienda privata che pubblica».

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