Masterplan Malpensa, Colombo (Vc): «Il Cuv è rimasto con un pugno di mosche in mano»

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MALPENSA – «I sindaci anziché usare la loro posizione per contenere l’aeroporto e dare una vita migliore ai propri cittadini, hanno pensato di barattare il suo sviluppo con finanziamenti per nuove strade, tangenziali e ferrovie. Ora, con la bocciatura parziale del Masterplan, si sono trovati con un pugno di mosche in mano, poiché le opere concordate nei comuni erano legate all’approvazione totale del piano». Sono le parole di Silverio Colombo del Comitato Vivere Coarezza, dopo lo stop all’espansione della Cargo City di Malpensa. In attesa che i sindaci del Cuv facciano chiarezza sui prossimi possibili sviluppi del territorio (è prevista una nota per domani, 14 giugno).

L’attacco alla Provincia

Gli anti-Malpensa in prima linea. Dopo le dichiarazioni – fra le altre – dell’attivista Jimmy Pasin, del Cor2, del coordinamento Alto Milanese, dell’associazione Viva Via Gaggio e di Unicomal, anche Colombo del Comitato Vivere Coarezza prende posizione. Oltre ai sindaci del territorio, chiama in causa anche il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini. Così: «Nel leggere le sue dichiarazioni a proposito della bocciatura parziale del Masterplan, ci si rende conto che anche questa nuova amministrazione assume le stesse posizioni della precedente: nella totale incapacità di accettare la decisione della Commissione che ha messo in evidenza i gravi problemi di natura ecologica che già da tempo stiamo vivendo si scaglia contro i comitati».

«Persone e ambiente in secondo piano»

L’attenzione è rivolta all’ambiente e alle persone che, dice Colombo, «vengono lasciate in secondo piano a scapito del profitto di pochi. Non è la prima volta che viene ribadita l’assurdità dell’ampliamento dell’aeroporto, basta andare a vedere la bocciatura da parte del ministro Ronchi poi superata con il decreto Dalema». Di più: «Il presidente della Provincia che da poco ha assunto il suo incarico, grazie a una coalizione promiscua, probabilmente non sa che i sindaci, i cui territori fanno parte del Parco del Ticino, hanno finanziato la Vas volontaria redatta dal Parco, le cui conclusioni erano tutte negative. Emergeva chiaramente che il territorio non è più in grado di sostenere ulteriori strutture». Quindi: «Sacrificare altri 44 ettari di verde pregiato, come le brughiere del Gaggio, in un momento grave di cambiamenti climatici, è mancanza di responsabilità che gli amministratori dovrebbero avere».

Il distacco tra politica e cittadini

«Purtroppo – prosegue – riscontriamo che, con il passare del tempo, quelle poche conquiste ottenute dai cittadini e comitati sono svanite, ampliando così il distacco tra il potere politico e i cittadini ed evidenziando l’incapacità gestionale di chi ci governa». Secondo il presidente di Vivere Coarezza, «i fatti dimostrano che lo sviluppo del nostro territorio non può essere in nessun modo collegato allo sviluppo dell’aeroporto». Si rifà agli studi del Politecnico di Milano, che «negli anni Duemila prevedeva 100mila posti di lavoro e milioni di passeggeri: dopo 25 anni di attività aeroportuale ci troviamo con un’occupazione precaria, sottopagata e grazie alle cooperative sfruttata». Mentre, nel Parco del Ticino, «è stata costruita una struttura che non ci poteva stare: è ora di prendere coscienza degli errori fatti e fermarsi».

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