In presenza a Milano il Festival del Documentario Visioni dal Mondo

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MILANO – Il Festival internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, l’atteso appuntamento con il cinema del reale, dopo un’edizione digitale, torna in presenza a Milano, al Teatro Litta e al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, dal 16 al 19 settembre. L’edizione 2021, la settima, conferma la formula aperto al pubblico con ingresso gratuito. Inoltre, con l’obiettivo di raggiungere un’audience ancora più ampia, manterrà anche la formula digitale fruibile sulla piattaforma ufficiale (www.visionidalmondo.it). Nick Broomfield, regista inglese, conosciuto per la sua capacità di scavare nella vita degli artisti più famosi come nei documentari dedicati alle due icone della musica internazionale, Whitney Houston e Kurt Cobain, sarà ospite d’onore.

La rassegna è, come per altre manifestazioni culturali e non, anche un simbolo di ripartenza: nelle intenzioni degli organizzatori mostrerà il meglio dell’indagare e del raccontare ad un pubblico nazionale e internazionale. Un appuntamento – è stato spiegato – con il cinema del reale che consentirà di esplorare e approfondire tematiche di attualità mondiale, consacrando Milano capitale indiscussa del cinema documentario. Maurizio Nichetti è stato confermato direttore artistico.
Smascherare il presente per costruire un futuro migliore è il tema del Festival. Fedele infatti alla sua mission, quella di rappresentare il mondo d’oggi attraverso la memoria incancellabile del passato, Visioni dal Mondo 2021 si pone l’obiettivo appunto di indagare e, in modo ancora più incisivo, smascherare il presente per immaginare e costruire un futuro migliore. Scrutare, esplorare per non fermarsi.

“Un anno fa partecipavamo a questa presentazione con una promessa, quella di impegnarci a mantenere vivo il settore e in particolar modo il cinema del reale in un periodo molto difficile – sottolinea Francesco Bizzarri, ideatore e presidente di Visioni dal Mondo -; l’incertezza era tanta, ma la cosa più importante, oggi, è poter esserci e vivere il Festival di nuovo insieme. Tutta l’industria – grazie a registi, sceneggiatori, attori, produttori, tecnici, maestranze e alle istituzioni, alla loro tenacia e coraggio – ha resistito e, nonostante le difficoltà che questo anno ci ha messo di fronte, si è mossa verso un obiettivo comune”.
“Lo scorso anno avevo accettato la sfida di Francesco Bizzarri di realizzare un Festival a distanza – spiega Nichetti -, quest’anno raddoppiamo la scommessa. Torniamo sul palcoscenico in presenza, ma non dimenticheremo tutti coloro che avevano apprezzato l’opportunità di trovarci anche in streaming. Sono queste le occasioni che sanno mantenere giovani i Festival!”.

Dalla sostenibilità, all’ambiente e al clima, all’intelligenza artificiale, all’inclusion and diversity, alla globalizzazione, all’immigrazione, alle relazioni sociali. Questi e molti altri, all’insegna del comune denominatore del tema portante della settima edizione, smascherare il presente per costruire un futuro migliore, saranno i principali temi indagati attraverso i 38 film documentari selezionati.
In particolare il concorso dedicato ai cineasti italiani prevede due categorie, lungometraggi e cortometraggi: sono 23 i film documentari in anteprima mondiale e in anteprima italiana che concorrono ai premi. Il concorso internazionale rivolto alle produzioni indipendenti straniere prevede 10 opere. Infine la sezione Panorama Italiano e Internazionale Fuori Concorso prevede la proiezione di alcuni dei più significativi film documentari che sono stati realizzati in questa stagione o in anteprima assoluta.

Tra le anteprime, storytelling del reale, in cartellone al Festival: il film di apertura ‘Last Man Standing: Suge Knight and the Murders of Biggie & Tupac’ di Nick Broomfield, in programma giovedì 16 settembre alle 20.30 al Teatro Litta e al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Broomfield “mette in luce nuove prove come il fatto che i membri corrotti del Dipartimento di Polizia di Los Angeles sono stati coinvolti negli omicidi di entrambi i rapper – facendo eco alle teorie screditate dell’ex detective della polizia di Los Angeles Russell Poole, morto nel 2015”.

Angela Bruno

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