Ministro dell’Economia o presidente della Camera: tutti vogliono Giorgetti. E Salvini?

Giancarlo Giorgetti di fronte al Presidente Mattarella alla cerimonia dei Cavalieri del Lavoro al Quirinale

VARESE – I bookmakers inglesi puntano su di lui per la presidenza della Camera, destinata alla Lega se Ignazio La Russa andrà a guidare il Senato, ma nelle ultime ore salgono le sue quotazioni anche per il ministero dell’Economia. Tutti vogliono Giancarlo Giorgetti per un incarico di primo piano, in primis Giorgia Meloni, tranne – stando alle voci che corrono – il suo segretario federale Matteo Salvini, che ne soffrirebbe l’autorevolezza. Eppure, mentre impazza la voce di Giorgetti all’Economia, i due si incontrano a Montecitorio e la Lega rilascia una nota ufficiale in cui dichiara che «sarebbe motivo di grande orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante anche di economia e finanze».

Il mal di schiena

Ma lui, l’eminenza grigia di Cazzago Brabbia, rimane in attesa, senza svelare (né bruciare, da “vecchia volpe” della politica romana) le sue ambizioni. Stamattina, 11 ottobre, incrociato dai cronisti a Montecitorio dove ha completato le operazioni di registrazione per la sua settima legislatura da deputato, ha confessato: «Mi sentivo più giovane quando sono entrato la prima volta. Ho tutti i dolori articolari…». Per poi lasciarsi andare ad una sonora risata quando gli è stato chiesto se farà il ministro dell’Economia. Del resto Giorgetti è così.

Fuori dalla mischia

Nella “foto di classe” dell’ultimo giorno del governo Draghi si è piazzato in ultimissima fila, con il suo sorriso sornione, a fianco di Guerini e Franceschini. E nel weekend, mentre il totoministri iniziava a toccarlo da vicino, sarebbe volato in Inghilterra, a Londra, dove di solito si rifugia per andare allo stadio a vedere il “suo” Southampton (battuto 4-0 dal Manchester City), tanto che sui social sta circolando una sua foto scattata al pub Famous Three Kings dove trasmettevano Milan-Juventus. Fuori dalla mischia, come alle elezioni: si è fatto catapultare nel collegio blindato di Sondrio, mentre nella sua Varese la Lega “ingoiava” la candidatura del brianzolo Romeo al Senato e il sacrificio di Matteo Bianchi, e da queste parti si è fatto vedere praticamente solo per l’ultima cena pre-elettorale a Biandronno, a fianco di Umberto Bossi.

Allineato e coperto

Allineato e coperto. Tanto da dichiarare, pochi giorni fa, che «Salvini è il candidato naturale per il Viminale». Ma ieri mattina, 10 ottobre, alla cerimonia per la consegna dei riconoscimenti di Cavaliere del Lavoro al Quirinale, al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non si è tirato indietro: «Ora, ancor più che in passato, l’Italia ha un gran bisogno di impresa e tutti siamo chiamati a fare il grande sforzo di riportare l’economia reale e l’industria al centro del dibattito della politica». Quasi un manifesto programmatico da ministro dell’Economia.

Impazzano i rumors

E se Radio-palazzo ha posizionato per giorni “il Giancarlo” nella casella di presidente della Camera – nella ormai sempre più probabile possibilità che sia Ignazio La Russa a spuntarla per la presidenza del Senato, tanto che i bookmakers inglesi lo danno a 1,85, super favorito – nelle ultime 24 ore è risalita improvvisamente, appunto, la sua candidatura al ministero dell’Economia. Ormai praticamente assodato il “no” del prescelto di Giorgia Meloni, il draghiano Fabio Panetta, membro italiano del board della BCE, per l’incarico più delicato dell’esecutivo si fa strada l’ipotesi che sia un politico autorevole, e non un tecnico, ad occupare quella casella. O una delle caselle, finanze e tesoro, in cui il Ministero potrebbe essere spacchettato, come succedeva in passato. Chi più autorevole di Giorgetti nel centrodestra di oggi? Il deputato varesino, che gode della stima di Giorgia Meloni, pare (lo scrive “Il Foglio”) che sia sponsorizzato persino da Giulio Tremonti, neo-parlamentare di Fratelli d’Italia, che accarezzerebbe l’idea di riformare la coppia, a incarichi ribaltati, dei tempi dell’ultimo governo Berlusconi, quando lui era in via Arenula e Giorgetti presidente della commissione bilancio.

Il “non sponsor” Salvini

A fare da “stopper” sul nome del ministro uscente di Cazzago, secondo i “rumors” in arrivo da Roma, ci sarebbe invece Matteo Salvini, che dopo il veto ormai evidente sul suo ritorno al Viminale non vorrebbe essere messo in ombra dal suo “numero 2”, come già successo ai tempi del governo Draghi. Ora c’è da capire se il Capitano farà buon viso a cattivo gioco. Lo stesso vale per l’ipotesi di Giorgetti alla presidenza della Camera: Salvini sponsorizzerebbe in alternativa il suo fedelissimo Riccardo Molinari, capogruppo uscente della Lega a Montecitorio. Sulla cui candidatura alla guida della Camera però lo stesso Giorgetti era stato sibillino qualche giorno fa: «Vediamo se lo votano…» aveva dichiarato. Nel frattempo dall’opposizione il nome del “Richelieu” padano riceve apprezzamenti. «Sarebbe una figura perfetta, di assoluta garanzia istituzionale e di grande equilibrio» battono in queste ore le agenzie di stampa riportando “fonti di Azione”, il partito di Carlo Calenda che non ha mai nascosto la sua stima per Giorgetti. Che fuori dalla Lega piace sempre tantissimo.

Giancarlo Giorgetti Lega ministro – MALPENSA24