Disastro ospedali: il Dg chiede scusa. “Il pronto soccorso di Gallarate non chiude”

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BUSTO ARSIZIO – Un inferno. Così è apparso il cup dell’ospedale in questi giorni. A surriscaldare il clima è stato il cambio di sistema operativo, le difficoltà pratiche nell’utilizzare le nuove procedure informatiche, ma anche problemi tecnici. Un ulteriore e inaspettato bastone tra le ruote di operatori e utenti. Con i primi costretti perfino a prolungare l’orario di chiusura degli sportelli e i secondi, lì ad attendere per lunghe ore in lunghe code. E in quello che tanti hanno descritto come un “girone dantesco”, questa mattina è sceso anche il direttore generale dell’Azienda sanitaria della Valle Olona Giuseppe Brazzoli.

Dottor Brazzoli, partiamo dal cup. Com’è ora la situazione?
«Anche oggi c’era molta gente, ma in numero inferiore rispetto ai giorni scorsi. Credo che il tutto si stia normalizzando. Anche se ci vorrà ancora qualche giorno per tornare a regime».

Ma cos’è successo esattamente?
«Abbiamo cambiato l’applicativo. Quando c’è una novità di questo tipo si verifica sempre la così detta “curva di apprendimento”, ovvero i processi che con il vecchio sistema erano automatici, con quello nuovo richiedono tempo per essere assimilati».

C’è chi dice che in vista del cambio di sistema, la formazione fatta agli operatori sia stata minima. Vero?
«Credo che in ogni situazione, per quanta formazione si faccia, alla fine la vera prova è quella pratica. Sul campo. E direi che non esiste altro sistema per testare e apprendere i nuovi processi se non utilizzandoli. In questi giorni al fianco dei nostri operatori erano presenti gli assistenti informatici. Insomma non è mancato il supporto. Detto questo i problemi ci sono stati. Però li stiamo risolvendo. Mi permetta una cosa però».

Dica.
«Vorrei da un lato ringraziare tutti i nostri operatori per il grande impegno e chiedere scusa agli utenti per i disguidi. Tra qualche giorno però, quando tutto funzionerà, i benefici, per tutti, si potranno appurare. E tra questi vorrei segnalare che ora l’utente può andare in uno dei nostri ospedali ed effettuare le prenotazione su tutte le altre strutture dell’azienda».

E’ il primo passo verso l’ospedale unico?
«No. E’ il passo necessario che ha dovuto fare la nostra azienda per dialogare in maniera più coordinata e omogenea con 5 strutture separate».

Il cup è solo l’ultimo di una serie di problemi. Tra questi la mancanza di medici e reparti in grande sofferenza. Come vi state muovendo?
«La difficoltà più grande è reclutare medici specialistici. Un problema di tutti gli ospedali d’Italia e non solo dei nostri. Ma le posso garantire che l’attività di reclutamento è quotidiana e viene fatta seguendo ogni strada possibile. Oggi, ad esempio, ho firmato l’apertura di due nuovi bandi».

Intanto però dalla Pediatria si è alzato il grido d’allarme dei medici. Qual è la risposta che avete messo in campo?
«Delle due pediatrie che abbiamo, una sta un po’ meglio e l’altra un po’ peggio. Quella di Gallarate in questo momento sta dando una mano a Busto che è in sofferenza. L’anno scorso la situazione era ribaltata. Del resto sono sufficienti due pensionamenti per mettere in crisi gli equilibri».

Già. E c’è anche chi parla di chiusure, come quella del Pronto soccorso di Gallarate. Quanto c’è di vero?
«Lo escludo. Come escludo che tale eventualità sia stata anche solo un’ipotesi. Le spiego il perché. I Pronto soccorso costituiscono la rete di emergenza e urgenza di Regione Lombardia. Ciò significa che per chiuderne uno occorre un atto delle Regione, la quale prima però dovrebbe rivedere proprio questa rete. Insomma non è nell’ordine delle cose».

Però anche lì non mancano i problemi. Primo tra tutti la disponibilità dei medici. Giusto?
«Trovare un medico per il Pronto soccorso non è facile. Per questo stiamo rinforzando i reparti. In modo particolare le Medicine e le Chirurgie generali con medici che possono prestare la loro opera anche in Pronto soccorso».

Un ultima domanda. Con l’arrivo dell’estate si ripresenta la riduzione dei posti letto. Sarà così anche quest’anno?
«Si, ma solo per la chirurgia programmata. In estate, quando è possibile, si tende a non operare. Restano invece operative quelle dei tumori, delle urgenze e delle emergenze. Non solo. Ma a Gallarate sono iniziati i lavori di ammodernamento di tre piano dell’ospedale e vi sono reparti che per due mesi dovranno chiudere. In questo momento è chiusa l’oncologia, ma i letti in meno li abbiamo aggiunti su Busto e i pazienti vengono seguiti dai loro medici. Insomma le difficoltà non mancano, ma stiamo facendo il possibile per trovare le soluzioni».

 

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