Dov’è finito il piano della viabilità di Malnate?

Malnate Ideale

“Malnate Paese del Terzo Mondo”: giudizio ingeneroso per una città in cui operano decine di Associazioni di volontariato, che si prodigano in tanti settori e non solo a livello locale! Purtroppo questa è la scritta che troneggiava fuori dalla stazione al rientro dalle ferie, probabilmente uscita dalla penna di qualche pendolare esasperato, che ha sfogato la sua frustrazione per il trasbordo quotidiano dall’autobus al treno per Varese, a causa dell’interruzione dell’arteria viabilistica principale per una piccola frana.

Periodo infausto per le strade della nostra città, che ormai da troppo tempo causano gravi e continui disagi alla circolazione; e, circostanza ancora più sfavorevole che si è sovrapposta agli altri inconvenienti, anche la strada che da Gurone porta alle Fontanelle è stata chiusa per un certo periodo, lasciando Malnate praticamente isolata da Varese e costringendo non solo i malnatesi, ma anche tutti coloro che vi transitavano a vario titolo, ad allungarsi su Vedano e Cantello per raggiungere l’autostrada e il capoluogo. La riapertura della strada di Gurone ha poi dato un po’ di respiro al traffico locale, escludendo comunque quei mezzi pesanti che tuttora aggirano Malnate, passando per Vedano: questa situazione, ancorchè temporanea, dovrebbe far riflettere la nostra Amministrazione, affinchè si prodighi per consolidare questa soluzione fino a farla diventare permanente, anche col ripristino della viabilità ordinaria.

In realtà il Sindaco non ce la racconta tutta, quando enfatizza il “ritrovato” progetto della tangenziale di Malnate, il famoso “Peduncolo”, ormai di difficile realizzazione, dato che il suo sedime originario è stato nel frattempo edificato e, conseguentemente, non vedrà la luce tanto presto, se non mai; purtroppo non basta andare in Regione a perorare la causa del Peduncolo, perché è stato chiarito che occorre rivolgersi ad Enti Superiori, ma forse non basteranno neppure quelli, bisognerà ricorrere agli Enti Supremi! E intanto le difficoltà quotidiane permangono e non sembrano avere né soluzione, né fine, esacerbando gli animi delle persone che percorrono questo Calvario quotidiano, accodandosi nelle ore di punta già al Cimitero di Belforte, a causa di un ulteriore semaforo che assicura una circolazione alternata proprio sotto alla frana.

Ci chiediamo allora: “Ma dov’è finito il piano della viabilità, il famoso PUMS con i semafori intelligenti e tutte le sue rotonde”? Dopo le elezioni sembrava che la prima dovesse essere proprio quella davanti al Comune, da realizzarsi in tempi brevissimi, i “famosi 100 giorni”, ma ormai ne sono passati diverse centinaia e non se ne vede l’ombra.

Toni istituzionali rassicuranti e ottimistici anche per la riapertura di Via Varese, che però tralasciano di addentrarsi nei dettagli, quale la causa civile tra il Comune e gli abitanti del cortile dove è avvenuto il cedimento, per individuare le varie responsabilità. Diametralmente opposti i toni di quegli stessi abitanti, i diretti interessati; dialogando con qualcuno di loro abbiamo colto tanta incertezza e apprensione, perché se ci sarà un giudizio che li vedrà soccombenti, dovranno affrontare una situazione carica di incognite. Sarà comunque una sentenza complessa e non certamente a breve termine, sicuramente onerosa, che dovrà essere fronteggiata o dagli abitanti del cortile o dalle casse comunali, con uno o più bilanci che andranno a gravare sulla cittadinanza.

Intanto la circolazione all’interno della città è stata e ancora viene più volte interpretata liberamente, a discrezione: si sono visti e ancora si vedono mezzi che transitano contromano per cercare scorciatoie, camion ingombranti che, forzato il divieto, si ritrovano a fare assurde manovre nella piazza centrale della città e auto che, imboccata Via Brusa, per non fare il giro di mezzo paese, si infilano dove possono per andare alla quasi irraggiungibile P.zza della Repubblica.

Allora sorge spontanea un’altra domanda sul perché non vengano rivalutate altre possibili soluzioni viabilistiche, con la realizzazione di strade alternative, proposte già espresse in passato, ma che non hanno finora attirato l’attenzione dell’Amministrazione, che preferisce perdere il suo Assessore ai Lavori Pubblici, ufficialmente dimessosi per motivi familiari, ben consapevole dell’inadeguatezza del sistema.

Come se tutto ciò non bastasse, bisogna prendere atto che in questo malcontento generalizzato e crescente, dove il grado di insofferenza e il limite di sopportazione della cittadinanza sembrano ormai colmi, si sono infiltrati anche dei facinorosi, da cui ci dissociamo completamente, con minacce esplicite all’Amministrazione, a cui viene imputata una cattiva gestione dell’intero problema, ritenendola incapace di porvi rimedio.

Gruppo Civico “Malnate Ideale”