Radice: «Non sono un pirla, mi sono scusato di quella lettera non mia anche con Antonelli»

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LEGNANO – «Non sono un pirla, di quella lettera non mia mi sono scusato anche con Antonelli». Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice è tornato, durante il Consiglio comunale di martedì 27 settembre (nella foto), sulla contestata lettera di sostegno alla candidatura al Senato di Emanuele Fiano distribuita a domicilio dei cittadini legnanesi la scorsa settimana, in cui l’esponente Pd veniva opposto come antifascista alla rivale del centrodestra, Isabella Rauti, presentata come la figlia del neofascista Pino Rauti.

«Se n’era parlato in campagna elettorale – ha spiegato Radice all’aula del Consiglio durante la lunga introduzione (un’ora e mezza) riservata alle dichiarazioni di apertura – ma il testo ha ricevuto la mia firma, come quella di altri sindaci, a scatola chiusa e io non mi sono ritrovato in quelle parole, che avrei sicuramente cambiato. L’ho spiegato anche ad alcuni del centrodestra, come il segretario cittadino di Fdi Terreni e il sindaco di Busto Antonelli, con i quali mi sono scusato per i contenuti, anche se non provenivano da me».

Lega: «Anche noi minacciati»

Un Radice emozionato ha quindi lamentato le continue minacce, anche di stampo antisemita, ricevute da Fiano, aggiungendo che anche lui ne riceve, con tanto di fotografie del suo domicilio. Minacce che la consigliera della Lega Daniela Laffusa ha dichiarato di ricevere anche lei, al pari di altri rappresentanti cittadini del suo partito.

Di diverso avviso Francesco Toia (gruppo Toia Sindaco) che ha detto di «non credere a una singola parola del sindaco, visto che nella campagna per le Amministrative del 2020 erano proprio lui e i suoi compagni di partito a denigrare con cattiverie e commenti sessisti il candidato sindaco rivale Carolina Toia», sua sorella nella vita. «Non ci prenda in giro, quella lettera è roba sua» ha tagliato corto Francesco Toia.

Ancora su Bello Figo

La discussione si è aperta sulle interrogazioni, ben 14, presentate da Lega e Toia Sindaco sul concerto di Bello Figo al centro sociale “Sandro Pertini” nell’ambito del District Festival. In segno di protesta nei confronti dell’amministrazione comunale, Laffusa ha annunciato le dimissioni dalla Consulta del Volontariato, colpevole a suo dire di aver avallato una simile scelta artistica «che lede pesantemente le donne con testi di una volgarità inqualificabile».

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