Sgombero sinti, Ovadia diserta Gallarate. E il 9 agosto arriva la Kyenge

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GALLARATE – L’ospite più atteso, alla fine, non è arrivato. Dopo oltre due ore di attesa, le numerosi associazioni che si oppongono allo sgombero del campo sinti di via Lazzaretto a Gallarate, hanno dovuto annunciare alla platea che Moni Ovadia, questa sera 29 luglio, non sarebbe arrivato per perorare la loro causa. Prima si è parlato di un incolonnamento sull’Autolaghi, poi di un guasto alla macchina. Sta di fatto che l’atteso intervento contro le ruspe (attese a partire dal 3 agosto) in Sala Dragoni del noto attore non c’è stato. Ma il 9 agosto arriva Cécile Kyenge.

Il sollevamento della società civile

In un messaggio firmato letto in sala, l’ex ministro per l’Integrazione del Pd  con il governo Letta (oggi europarlamentare) ha annunciato che presenterà una interrogazione a Bruxelles sulla questione gallaratese: «Voglio ricordare all’amministrazione comunale che chiudere brutalmente il campo Sinti, lasciando le persone allo sbaraglio, è un atto che assume tutti i tratti della violazione dei diritti fondamentali della persona». Kyenge ha spronato l’associazionismo gallaratese ad alzare ancora di più la voce: «Il sollevamento della società civile è un’azione legittima, perché finalizzata a scongiurare la situazione drammatica in cui si vuole fare precipitare la comunità dei Sinti di Gallarate. Con la degradazione delle loro condizioni di vita si provoca una degradazione della qualità di vita di tutto il vostro Comune».

Il Comune ci vuole buttare su una strada

ovadia kyenge gallarateIvan Tribini (nella foto) abita al campo di via Lazzaretto e in sala ha parlato a nome di tutta la comunità, composta da 26 famiglie pari a circa 80 persone: «I media bombardano odio verso i Sinti, scaricano su di noi i problemi dell’Italia. Alimentano odio che si trasforma in razzismo e poi in violenza. Ma Sinti non è sinonimo di ladri. Qui a Gallarate ci vogliono buttare sulla strada, ma non abbiamo altro posto dove andare. Se il campo che il Comune stesso ci ha assegnato non è più idoneo, ci diano un altro posto. Se ci danno le case ben vengano, andremo nelle case». La battaglia dei nomadi gallaratesi è sostenuta anche da Helena Janeczek,  vincitrice del Premio Strega 2018, residente da molti anni in città («Se, come ha detto il sindaco Andrea Cassani, il problema è tecnico, non è tardi per trovare una soluzione che garantisca i diritti dei sinti, a partire dal diritto all’abitazione sancito dalla Costituzione») e da Franco Buffoni, poeta e scrittore di origine gallaratese: «Citando un recente titolo di Famiglia Cristiana, dico vade retro alle iniziative intraprese da questa amministrazione. Bisogna evitare lo sgombero».

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