L’onorificenza al repubblichino indigna l’Anpi di Cassano Magnago

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Il municipio di Cassano Magnago

CASSANO MAGNAGO – L’onorificenza che scatena la reazione dell’Anpi di Cassano Magnago. E’ quella cha l’Associazione nazionale congiunti di caduti, deportati, dispersi nella ex Jugoslavia e nel Friuli Venezia Giulia con l’appoggio del Comune, come annunciato dal sindaco Nicola Poliseno, chiederà al Consiglio dei ministri per il caporale della Repubblica di Salò, Rinaldo Loffi, prelevato e scomparso mentre era in servizio al deposito di munizioni di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, nel 1944. “Un soldato senza colpa” affermano gli amministratori cassanesi in occasione della Giornata del Ricordo. L’Anpi, l’associazione antifascista dei partigiani, però non è d’accordo e, in un comunicato, esprime tutto il proprio dissenso. Ecco il testo.

In coincidenza del 10 febbraio, assistiamo ogni anno ad indecenti iniziative ed interventi sulla ‘questione foibe’ che non riflettono la verità e le documentazioni storiche, bensì manifestano posizioni strumentali e storicamente prive di ogni fondamento tipiche del revanscismo nazionalista che ha sempre ispirato i fascisti di ogni risma.

Il sindaco di Cassano Magnago, a nostro avviso, si inserisce a piede teso in questioni che richiedono invece l’uso della razionalità, attraverso una consapevolezza storica che sappia distinguere i carnefici dalle vittime. Nel nome della “pacificazione” e della costruzione di un’artificiosa “memoriacondivisa”, viene condotta una campagna di mistificazione e stravolgimento della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del fascismo e alla denigrazione di chi invece lo ha combattuto, ovvero i partigiani. L’Anpi non può restare silente davanti ad operazioni che hanno un carattere strumentale e propagandistico.

Le parole usate dal sindaco offendono la memoria delle donne e degli uomini che hanno combattuto da partigiani contro l’invasore tedesco ed il fascismo che ne era stato suo alleato e complice. Il sindaco, mette sullo stesso piano nazi-fascisti ed antifascisti, repubblichini e partigiani, combattenti per la libertà ed oppressori e, peggio ancora, presenta i carnefici come vittime e martiri e i perseguitati come aggressori.

La livella della morte non può farci dimenticare che in quello scontro vi erano due parti contrapposte: c’era chi stava con la dittatura e chi combatteva la dittatura. Noi sappiamo bene che esiste una differenza essenziale tra la revisione, momento irrinunciabile del lavoro del ricercatore storico, e il revisionismo che possiamo definire come l’ideologia e la pratica delle revisione programmatica. Se la prima ha valore storiografico scientifico, avvalendosi sempre di citazioni e fonti autorevoli e tracciabili, la seconda si colloca sul piano dell’ideologia, del pregiudizio e della distorsione con finalità politica. L’espediente è il solito: citare altri morti, altre circostanze storiche spiacevoli per sviare strumentalmente l’attenzione da temi centrali e ben più pertinenti come l’olocausto, nel tentativo bislacco di negarlo. Per quanto concerne le foibe, per esempio, bisogna ricordare che furono i nazifascisti ad attuare una pulizia etnica contro i popoli slavi, massacrando circa 1 milione e mezzo di persone nei territori dell’ex-Iugoslavia fra il 1941 e il 1945, in massima parte civili, donne e bambini. Questi sono fatti documentati.

Il giorno del ricordo dovrebbe essere un momento di riflessione autentica per tutti, ma questo è possibile solo se si ha l’onestà intellettuale di contestualizzare i fatti storici. Questo non significa giustificare, ma comprendere il senso della Storia. Affermare questo non vuol dire negare anche la morte di civili italiani innocenti che non c’entravano nulla con il fascismo. Sappiamo bene che nelle guerre imperialiste frequentemente civili innocenti e inermi venivano massacrati. Questo è accaduto anche sul suolo italiano ad opera dei nazisti con l’aiuto dei repubblichini. In virtù di ciò,
affermare che un caporale della Repubblica sociale italiana è morto servendo la Patria offende non solo i partigiani, ma anche e soprattutto tutte quelle vittime innocenti. Il sindaco tenta di sfruttare il sentimento d’appartenenza nazionale per riproporre l’infame connubio tra fascismo e Italia e una visione nazionalista e sciovinista della storia e della realtà. La nostra Costituzione, come ci insegna Calamandrei, è il lascito più grande della Resistenza. Basta fare propaganda politica sui morti e basta revisionismo storico.

Il Direttivo Anpi
Cassano Magnago

Onorificenza per Loffi, repubblichino di Cassano «caduto senza colpa»

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