Somma, il centrosinistra: «Sì ad ampliare la Secondo Mona. Ma senza Sant’Antonino»

fondi associazioni somma comune

SOMMA LOMBARDOTensioni in maggioranza a Somma Lombardo? I gruppi consiliari al governo della città da otto anni (Pd, Somma Civica, Sinistra per Somma e Somma al Centro) smentiscono. Parlano di normale dialettica all’interno della colazione e ritengono «doverose alcune precisazioni» a partire dal progetto di ampliamento avanzato dall’azienda Secondo Mona – con annesso recupero della chiesa sconsacrata di Sant’Antonino – atteso a settimane in consiglio comunale per l’approvazione. 

L’ampliamento della Secondo Mona 

La coalizione di centrosinistra, riconoscendo l’importanza del ruolo economico e occupazionale della prestigiosa azienda sommese, «non ha certo l’intenzione di ostacolarne lo sviluppo», si legge nella nota unitaria. «Tutt’altro, ma in considerazione delle recenti decisioni assunte dalla Amministrazione sul lascito Aielli, dove è prevista la creazione di una sala civica a servizio della comunità mezzanese, nonché degli impegni economici per altri interventi, non si ritiene opportuno far gravare sulle casse comunali il costo, non certo esiguo, della ristrutturazione e messa a norma della ex chiesa di Sant’Antonino. Questa decisione è frutto di un sereno confronto durante il quale nessun gruppo consiliare ha ”battuto i pugni sul tavolo” Al contrario, sono invece emerse proposte alternative, ora al vaglio dell’Esecutivo, che quanto prima verranno sottoposte all’azienda con il sincero auspicio di trovare una rapida soluzione».
A tale proposito Pd, Somma Civica, Sinistra per Somma e Somma al centro sostengono che «l’acquisizione da parte dell’azienda dell’edificio di proprietà della parrocchia per poi conferirlo all’Ente Locale implicherebbe una variante all’attuale Pgt con le lungaggini che ciò implica». E concludono: «Nel caso della realizzazione di un Piano Attuativo, come è quello proposto dall’azienda, il Pgt redatto dalla giunta dell’ex sindaco Guido Colombo prevede un obbligo perequativo, ovvero il conferimento all’Ente Locale di area già destinata a servizi pubblici. E’ evidente quindi che l’attuale maggioranza non può esimersi dal far rispettare tale obbligo stabilito precedentemente dal centrodestra».

La nota del Pd 

Sulla vicenda interviene anche il Pd con un comunicato a se stante diramato dal segretario di circolo Xhuljano Banaj. Che recita: «In 8 anni il Partito Democratico è sempre stato fedele alleato dell’amministrazione guidata dal sindaco Bellaria; se, come è normale nel dibattito politico, ci sono state divergenze di opinioni su alcune questioni, il Partito Democratico mai ha imposto o preteso di imporre le proprie proposte se non condivise dalla maggioranza e dall’esecutivo, dimostrando senso di responsabilità e volontà di cercare soluzioni condivise. Pertanto non appartengono alla logica del nostro circolo e gruppo consigliare i “modi perentori” e il “battere i pugni sul tavolo”». 
In particolare sulla chiesa di Sant’Antonio, Banaj ricorda le dichiarazioni del sindaco del 14 luglio 2018 che a fronte di una prima stima per il recupero dell’immobile ammontante a un milione di euro, escludeva l’idea di una  proposta così onerosa. E conclude: «Quando si amministra occorre guardare al bene comune: perciò la maggioranza tutta, unitariamente, non ha ritenuto opportuno prendere sulle spalle il fardello di un immobile i cui costi di ristrutturazione, messa a norma e conduzione sono infinitamente più onerosi rispetto ai benefici che tale operazione può apportare al pubblico interesse. La maggioranza ha nello stesso tempo sottoposto concordemente al sindaco alcune proposte che ritiene ottimali e volte al bene della comunità che è nostro compito perseguire. Ora è nostro auspicio che gli attori dell’operazione le prendano in considerazione».

Le Nuove Rodari

Infine la questione delle Nuove Rodari, dov’è soprattutto Somma al Centro ad aver manifestato platealmente il proprio malumori. Anche in questo caso, i quattro partiti della coalizione Bellaria vogliono mostrare pubblicamente unità di intenti. E spiegano: «Vista la sua intrinseca complessità, pensiamo sia del tutto comprensibile che nella maggioranza possano affiorare considerazioni diverse, in particolare riguardo al trasferimento delle classi. Però non sono certamente ispirate dalla volontà di creare tensioni e rotture, bensì dal comune e totalmente condiviso obiettivo di contenere i disagi e di fornire una nuova e moderna scuola ai piccoli cittadini sommesi e alle loro famiglie».

Somma secondo mona centrosinistra – MALPENSA24