SOS dalle scuole religiose al governo: «Famiglie in crisi, istituti indebitati»

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LEGNANO – Due giorni di «rumore costruttivo» per farsi sentire dal governo. Li annunciano le presidenze nazionali della CISM (Conferenza italiana superiori maggiori degli istituti religiosi) e dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) per manifestare «tutto il disagio delle scuole pubbliche paritarie cattoliche dinanzi alla difficoltà di tante famiglie a pagare le rette e all’indebitamento di tanti istituti che non ce la fanno più a pagare gli stipendi dei docenti e del personale amministrativo». La parola, per le scuole religiose, ora tocca alla politica, che intendono sostenere «attraverso un gesto simbolico che faccia rumore e coinvolga tanti altri cittadini, oltre ogni schieramento».

In settimana due giorni di sciopero “in diretta”

Le sigle che rappresentano 12.000 scuole paritarie, con 900.000 allievi e 180.000 dipendenti, hanno proclamato due giorni di «sciopero responsabile e con didattica alternativa» nella consapevolezza, come spiegano madre Yvonne Reungoat (presidente USMI) e padre Luigi Gaetani (presidente CISM), che «possono creare disagio», ma anche che questo gesto «rappresenta solo un accenno al disastro di un servizio che potrebbe riprendere solo parzialmente a settembre». Nei giorni di martedì 19 e mercoledì 20 maggio, in cui sono in programma le votazioni in Parlamento degli emendamenti al decreto scuola del governo Conte, le scuole aderenti interromperanno le lezioni e allievi, docenti e famiglie esporranno l’hashtag #Noisiamoinvisibiliperquestogoverno. Ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Facebook dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi «della libertà di scelta educativa, il diritto di apprendere senza discriminazione, parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria, libera scuola in libero stato e appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese». Le scuole, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti e degli studenti organizzeranno gli eventi che desiderano: conferenze, dirette, disegni, flash mob, tutto in diretta social. Le varie dirette e iniziative sulle singole pagine social e i siti delle scuole saranno condivise sulla pagina FB dell’USMI.

USMI e CISM: «L’Italia riparta dalla scuola o non ripartirà»

«Il nostro gesto simbolico – sottolineano Reungoat e Gaetani – intende essere un “rumore costruttivo”, un “rumore educativo” ed educato, che parta dalle nostre scuole ma che coinvolga i genitori degli allievi delle scuole paritarie, i 7 miloioni di allievi delle scuole statali, i docenti, il personale della scuola italiana, gli amici, i cittadini e che obblighi i nostri parlamentari a non lasciare indietro davvero nessuno. Perché o l’Italia riparte dalla scuola, o non ripartirà. La scuola deve tornare a far rumore, perché è l’impresa più grande di un Paese democratico, l’investimento migliore sul futuro, la grammatica più efficace di ogni integrazione culturale».

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