Spaccio nei boschi, i sindaci incontrano il prefetto: «Situazione insostenibile»

VARESE – Sale alto l’appello dei sindaci, che chiedono aiuto per non restare soli ad affrontare sul territorio il problema dello spaccio nei boschi. Che non è più solo la cessione della dose, ma sta degenerando con il consumo sul posto e con tutto ciò che ne consegue e mette a repentaglio anche la sicurezza dei cittadini.

E questo lo spiegano bene il sindaco di Venegono Superiore Angelo Crespi: «Da noi arrivano a buttarsi sulle auto in corsa» e quello di Cairate Anna Pugliese, che tra i primi ha chiesto di riunire il tavolo: «Il prefetto si è mostrato attento alla mia richiesta. Purtroppo da noi le aree interessate sono le stesse che frequentano i nostri giovani». Entrambi presenti insieme ai colleghi di Tradate, Vedano Olona, Brebbia, Biandronno.

Le prime risposte concrete

Il problema è di complessa e articolata soluzione. Tanto che non è la prima volta che il il referente territoriale dello Stato in provincia di Varese, il prefetto Salvatore Pasquariello, convoca un tavolo con sindaci e forze dell’ordine sulla piaga dello spaccio. E questa mattina, mercoledì 8 febbraio, l’ha fatto con i primi cittadini dei Comuni coinvolti da episodi di cronaca piuttosto allarmanti di qualche giorno fa. Interventi straordinari sul territorio, operazioni interforze, ma anche un’azione massiccia di informazione e prevenzione a partire dalle scuole sono le prime risposte concrete.

Più uomini sul territorio

Inoltre, si sta lavorando per alleggerire la questura dalle incombenze burocratiche d’ufficio per liberare uomini da mettere a disposizione sul territorio. «Abbiamo apprezzato la disponibilità del questore e del prefetto e ci siamo detti disponibili a farci carico del rilascio dei passaporti tramite l’anagrafe – ha spiegato il sindaco Crespi di Venegono – così che ci possano essere meno agenti di polizia in ufficio e più presenza sul territorio. Del resto la carenza di personale la viviamo anche nelle nostre polizie locali».

Episodi allarmanti

Nella sala consiglio di Villa Recalcati, infatti, c’erano i sindaci che fanno riferimento alle zone boschive comprese tra il lago di Varese e quello di Comabbio e quelli “toccati” dal parco pineta. Occorre ricordare che a fine gennaio, proprio nei boschi di Biandronno c’è stata una sparatoria con un ferito, mentre nel parco Pineta sono cresciute le segnalazioni di tossici, giovanissimi, che dopo aver fatto “acquisti” dai pusher vagano, sotto l’effetto di potenti droghe allucinogene, in mezzo alla strada e in alcuni casi zompano sui cofani delle auto di passaggio.

Problema di tutti

Insomma, il problema non più solo la cessione di sostanze stupefacenti. E’ molto più ampio e profondo e quanto raccontato sopra fa ben capire che è anche una questione di sicurezza per i cittadini: per chi i boschi li frequente per il piacere di stare in mezzo alla natura e fare sport, ma anche per coloro che invece semplice transitano lungo le strade che sfiorano le aree boschive infestate da pusher e tossici. Che sono diffuse in tutta la provincia, da Nord fino a Sud del Varesotto.